Il primo capitano nero nella storia degli Springboks ha alzato anche la Webb Ellis Cup: “Lo abbiamo fatto per il Paese”
Il Sudafrica ha vinto la Rugby World Cup 2019, trionfando per la terza volta nella propria storia dopo i successi del 1995 e del 2007. Gli Springboks hanno dominato per la quasi totalità della finale iridata contro l’Inghilterra, piazzando i due colpi da ko nell’ultimo quarto d’ora con Mapimpi e Kolbe, dopo i 18 punti precedenti di Pollard.
“I ragazzi hanno creduto in loro stessi. Sono stati insieme per diciannove settimane – ha detto il coach Rassie Erasmus nel post partita – Ci conosciamo bene l’uno con l’altro. Abbiamo preparato bene la partita e penso che abbiamo combattuto fino alla fine. Siamo stati anche un po’ fortunati”. Quando gli è stato chiesto da cosa dipendono queste fortune, Erasmus ha risposto così: “Solo dall’uso dei nostri giocatori e di tutta l’intelligenza che c’è in Sudafrica.
“Ci sono tante cose positive in Sudafrica, ma come sempre cerchiamo di vedere solo le cose negative. Noi siamo stati insieme, abbiamo lavorato duro e abbiamo giocato bene sul campo. Facendo bene queste cose, tutto il resto viene fuori di conseguenza e penso che sia quello che è successo nel nostro caso. Abbiamo vinto la Coppa del Mondo, è fantastico”.
Dopo una partita immensa per cattiveria agonistica, leadership e qualità, Siya Kolisi non ha potuto trattenere le emozioni. Il primo capitano nero nella storia degli Springboks ha parlato così ai microfoni, quando gli è stato chiesto quale fosse stato il primo pensiero dopo il fischio finale: “Sono stato grato per tutto quello che ha dovuto passare la squadra. Abbiamo affrontato tante sfide, ma il popolo sudafricano ci è stato vicino”.
“Abbiamo tanti problemi nel nostro Paese. Nella nostra squadra ci sono tante storie e origini diverse. Lo abbiamo fatto per il Sudafrica, speriamo di aver dimostrato che possiamo stringersi in gruppo se vogliamo ottenere qualcosa – ha detto il flanker, che poi ha parlato del dominio fisico sull’incontro – Ecco perché abbiamo una panchina da sei avanti. Per essere sicuri che vinciamo la lotta fisica. Sapevano quello che avremmo voluto fare e il nostro coach non lo ha mai nascosto”.
Poi Kolisi è tornato sul significato della vittoria per il Paese: “Da quando sono vivo, non ho mai visto così il Sudafrica. Il coach ci ha detto che non stavamo più giocando solo per noi stessi, ma anche per tutte le persone a casa. Grazie a tutti per il sostegno, alle persone nei pub, nelle fattorie, ai senzatetto e alle persone che vivono nelle aree più rurali. Grazie davvero. Amiamo il Sudafrica e possiamo conquistare qualunque cosa che lavoriamo insieme come un’unica entità.”
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