Allo Scotstoun Stadium finisce 13-7. Gli Sharks impiegano un’ora per entrare in partita, per Glasgow una vittoria già importantissima
Glasgow – Lo Scotstoun Stadium, ancora una volta esaurito in ogni ordine di posto, accoglie in una giornata già tardo autunnale (4°C, freddo piuttosto pungente ma senza la temuta pioggia) Glasgow Warriors e Sale Sharks al debutto europeo. Nella fase a gironi della Heineken Champions Cup ogni gara, ogni punto sono importantissimi ma è inutile negare che, per i Warriors, la gara di oggi è già fondamentale. Una sconfitta casalinga, infatti, condannerebbe i Glaswegians a dover rincorrere gli avversari dopo solo ottanta minuti giocati e darebbe un colpo importante all’ambizione di passaggio del turno.
L’importanza del match fa si che nei primissimi minuti di gioco ci siano già due corpo-a-corpo piuttosto violenti che richiedono l’intervento del direttore di gara per riportare gli animi alla calma. Nelle prime fasi i Warriors sembrano la squadra messa meglio in campo, ma Sale dà l’impressione di aver strutturato la sua partita sulla difesa e sul cercare di colpire con le ripartenze letali dei suoi trequarti (su tutti, Marland Yarde).
Hastings sceglie i pali tre volte dalla linea dei 10m a punire altrettante irregolarità inglesi al breakdown (area dove i Glaswegians stanno finora facendo molto bene) ma li centra solo in due occasioni (al 15′ e al 26′), portando i Warriors avanti (6-0), risultato giusto per quanto visto finora in campo.
Sale non reagisce e al 35′ ci pensa DTH van der Merwe, servito da Johnson sulla metà campo, a trovare la linea di corsa giusta per regalare ai settemila spettatori presenti oggi sugli spalti la prima meta del match. Hastings è preciso con la trasformazione e i Warriors al 36′ volano oltre il break (13-0), chiudendo di fatto qui le ostilità per il primo tempo.
Non è stata, finora, una partita brillante, piuttosto una vera e propria battaglia “d’altri tempi” cui pioggia e fango avrebbero contribuito a rendere ancora più interessante. Invece non piove e il terreno sintetico dello Scotstoun resta immacolato quando i trenta protagonisti tornano dagli spogliatoi per giocarsi gli ultimi quaranta minuti del match.
Anche il canovaccio della gara resta invariato, con i Warriors sempre più vogliosi di giocare l’ovale e gli Sharks (che al 43′ cambiano tutta la prima linea per la prima mischia ordinata della ripresa) ancora un pò troppo attendisti.
I cambi apportati da Steve Diamond e dal suo staff portano l’effetto sperato, perchè il pack vince la mischia, conquistando per la prima volta oggi una piattaforma offensiva – che viene però sprecata dal lancio sballato nella penal’touche successiva.
I Warriors risalgono il campo e Diamond al 48′ dà fondo a tutte le sue riserve, mandando in campo tra gli altri anche Chris Ashton, accolto da qualche mugugno del pubblico (siamo pur sempre in Scozia…) al posto di Yarde che, col passare dei minuti, si era un pò spento.
Sale non riesce però a cambiare il ritmo alla gara che i Warriors sembrano avere ormai in controllo. La più grande differenza che ho notato oggi rispetto alla scorsa stagione è che i Warriors, perso Stuart Hogg (sostituito egregiamente da Tommy Seymour come estremo), sono diventati forse meno esplosivi ma di sicuro hanno guadagnato dal punto di vista dell’equilibrio generale. Gli scozzesi hanno lasciato un pò in disparte il “rugby champagne” che era diventato loro marchio di fabbrica nelle ultime stagioni per lasciare spazio ad una versione più matura, una sorta di Warriors 2.0 che potrebbero davvero dire la loro in tutte le competizioni quest’anno, se riusciranno a migliorare ancora.
Ci sono infatti molti aspetti su cui Dave Rennie e il suo staff devono lavorare, ci sono molti elementi che hanno ancora una lunga linea di crescita, ma i Glaswegians possono costruire sull’ottimo risultato odierno, una vittoria meritata (e tutt’altro che scontato, alla vigilia) che permette di concentrarsi sul match di settimana prossima al Sandy Park di Exeter con un pò più di tranquillità.
I Warriors, nell’ultimo quarto, devono sudare un pò per difendere la vittoria perchè Oosthuizen, al 61′, si era portato ben tre avversari oltre la linea (con MacGinty bravo nella trasformazione) riportando gli Sharks sotto il break e di fatto riaprendo la partita. Sale non riesce però più a rendersi pericoloso, pur avendo l’ultimo possesso – regalato da un errore di handling scozzese – e portando il match ben oltre i canonici ottanta minuti.
Glasgow non riesce a marcare punti nella ripresa ma non sembra preoccupato, perchè l’obiettivo odierno era vincere e il focus viene incentrato su questo, non sul marcare tante mete o mettere in campo giocate spettacolari. Pur tra qualche indecisione, qualche errore, qualche passaggio sballato si intravede che questa squadra ha tutto il potenziale per fare bene.
Glasgow Warriors: 15 Tommy Seymour, 14 Ratu Tagive, 13 Nick Grigg, 12 Samuel Johnson, 11 DTH van der Merwe, 10 Adam Hastings, 9 George Horne, 8 Matt Fagerson, 7 Callum Gibbins (c), 6 Ryan Wilson, 5 Scott Cummings, 4 Robert Harley, 3 Zander Fagerson, 2 Fraser Brown, 1 Oli Kebble
A disposizione: 16 George Turner, 17 Alex Allan, 18 D’Arcy Rae, 19 Tim Swinson, 20 Chris Fusaro, 21 Ali Price, 22 Peter Horne, 23 Kyle Steyn
Marcatori Glasgow Warriors
Mete: DTH van der Merwe (35′)
Trasformazioni: Hastings (36′)
Punizioni: Hastings (15′, 26′)
Sale Sharks: 15 Simon Hammersley, 14 Marland Yarde, 13 Cameron Redpath, 12 Luke James, 11 Byron McGuigan, 10 AJ MacGinty, 9 Embrose Papier, 8 Dan du Preez, 7 Ben Curry, 6 Jean-Luc du Preez, 5 James Phillips, 4 Bryn Evans (c), 3 Jake Cooper-Woolley, 2 Rob Webber, 1 Ross Harrison
A disposizione: 16 Akker van der Merwe, 17 Coenie Oosthuizen, 18 WillGriff John 19 Matthew Postlewhaite, 20 Jono Ross, 21 Fergus Warr, 22 Robert du Preez, 23 Chris Ashton
Marcatori Sale Sharks
Mete: Oosthuizen (61′)
Trasformazioni: MacGinty (61′)
Punizioni:
Matteo Mangiarotti
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