Con Elisa Giordano abbiamo parlato della sfida giocata a L’Aquila, in cui le azzurre hanno pagato i pochi giorni di preparazione
Non è stata la partita che sognava l’Italia. Il 17-17 contro il Giappone è stato senz’altro frustrante per le azzurre, consapevoli di non essersi espresse al massimo delle loro potenzialità contro un avversario molto quadrato e preparato, ma in teoria inferiore alla nazionale arrivata seconda nell’ultimo Sei Nazioni, dietro solo l’Inghilterra.
“Dopo la partita eravamo un po’ confuse. Non siamo riuscite a esprimere quello che avevamo preparato in allenamento e quindi siamo rimaste sia deluse da questo sia per la prestazione in generale. Mancavano un paio di elementi che avrebbero potuto fare la differenza, o forse no, e il fatto che non ci vedessimo tutte insieme da otto mesi ha sicuramente influito”. Elisa Giordano, numero 8 delle azzurre, ha iniziato così la sua analisi della partita pareggiata a L’Aquila, in cui ha inevitabilmente posto l’accento sui pochi giorni di preparazione avuti prima del match.
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“Abbiamo fatto tre allenamenti. Per riprendere il giusto timing nelle giocate e nei movimenti, per ritrovarsi in generale serve più tempo – ha detto a On Rugby la terza linea del Valsugana – Ovviamente non eravamo completamente impreparate, però si vedeva che loro avevano già fatto un paio di Test Match e che comunque erano insieme da un po’. Ed è quello che ha un po’ fatto la differenza”.
Le azzurre, inoltre, sono sembrate anche un po’ sorprese nel confronto contro una squadra così aggressiva, tanto da risultare un po’ passive in alcuni momenti di gioco. “Devono aver studiato bene su chi raddoppiare il placcaggio, perché infatti ci hanno portato parecchio indietro anche con le nostre ball carrier. Non andavano quasi mai sul punto d’incontro, ma erano sempre fuori per portare pressione quando aprivamo. Noi siamo state anche lente a tirare fuori il pallone e ci siamo trovate sotto pressione più del dovuto”.
Per una squadra molto tecnica e che fa della rapidità nelle sequenze di gioco come l’Italia, il campo un po’ pesante avrebbe potuto costituire un problema. “Sicuramente non era il massimo, però non era neanche così sgradevole. Teneva abbastanza, non è certamente da considerare una giustificazione”.
Il problema principale emerso durante gli ottanta minuti di sabato, in ogni caso, non è stata tanto la produzione offensiva (pure sotto tono), ma la poca reattività in difesa nelle due occasioni in cui l’Italia è passata in vantaggio. “Non è stata una sottovalutazione dell’avversario – ha precisato Giordano – ma era proprio una nostra condizione. Riprendere un certo ritmo di gioco non è scontato, anche se sei preparato fisicamente. Non giocando mai a quei livelli, serve un po’ di tempo per adattarsi”.
Verso l’Inghilterra (le 23 convocate azzurre)
Da quali aspetti positivi può ripartire questa Italia, tenendo comunque conto di tutte le cose già scritte? “Quando siamo riusciti a trovare avanzamento e a creare palloni veloci, abbiamo trovato gli spazi da attaccare, sia in mezzo con i ricicli sia al largo. Se sviluppiamo il nostro gioco, abbiamo la possibilità di mettere in difficoltà chiunque”. Ed è difficile darle torto, del resto.
Sabato prossimo, a Bedford, le azzurre avranno di fronte un avversario di ben altro livello rispetto al Giappone, ovvero l’Inghilterra che nel doppio confronto contro la Francia delle ultime due settimane ha vinto entrambe le partite (10-20 a Clermont, 17-15 a Exeter). L’Italia si ritroverà mercoledì, prima della partenza verso la Gran Bretagna.
Fisicamente, per l’Italia, le Red Roses rappresenteranno una sfida completamente diversa rispetto a quella delle nipponiche. Ma dal punto di vista mentale e dell’approccio al match, nemmeno troppo paradossalmente, per le azzurre dovrebbe essere un po’ più facile scendere in campo con la giusta attitudine.
“La gara di per sé sarà molto più difficile. Sappiamo benissimo che le inglesi sono forti e questa consapevolezza può effettivamente darci una carica e una motivazione in più per fare meglio – ha detto Giordano – In questo senso la partita contro il Giappone può essere un punto di partenza: sappiamo di aver fatto male sabato ma, nonostante le inglesi siano più forti, sappiamo di doverci impegnare quattro volte di più per reagire”.
Daniele Pansardi
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