Dopo aver annunciato il nuovo head coach, la federazione conferma di essere in una fase di ricostruzione
L’Australia ha annunciato la propria intenzione di rivedere la cosiddetta ‘regola Giteau’, la norma per la quale nessun giocatore australiano che militi all’estero e abbia ottenuto meno di 60 caps in maglia green and gold possa essere considerato per la convocazione in nazionale.
L’azione farebbe parte di un pacchetto di riforme che la federazione australiana ha intenzione di varare, nell’ottica di una ricostruzione del proprio rugby di alto livello. Gli ex Wallabies Pat Howard, Bo Hanson e Nathan Sharpe si starebbero occupando del processo di analisi e revisione su commissione di Raelene Castle, CEO di Rugby Australia, e Scott Johnson, director of rugby della federazione.
Dopo la Rugby World Cup, infatti, i Wallabies perderebbero Samu Kerevi, Tolu Latu e Adam Coleman, tre giocatori tra coloro destinati a lasciare il paese per approdare su altre sponde, ma con un ammontare di caps ben inferiore ai 60.
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“[La modifica della Giteau Law] verrà fuori dalle conclusioni della revisione – ha annunciato Castle – ma non si tratta solo di pensare a cosa implica per Rugby Australia, si tratta di pensare anche ai cambiamenti in corso nel panorama internazionale, a cosa stanno facendo gli altri paesi con questo tipo di regole, a quando ci saranno le competizioni.”
Il riferimento è chiaramente al Sudafrica e a quei paesi che si sono liberati dei loro limiti prima della Rugby World Cup, traendone evidente profitto. Nel caso degli Springboks, un profitto sotto forma di Webb Ellis Cup.
Più prudente, invece, Scott Johnson: “Il fatto che si possa fare significa che sia automaticamente giusto per noi? Sicuramente è qualcosa che prenderemo in considerazione.”
“La verità è che prima di tutto dobbiamo mettere sotto contratto i giocatori più giovani per farli giocare come vogliamo che giochino, renderli preparati nel modo in cui vogliamo. La nostra priorità in questo momento è far firmare contratti lunghi ai giocatori giovani: abbiamo un gruppo di giocatori che sta arrivando sul palcoscenico e che ci aiuterà a cambiare il panorama del rugby australiano, quindi preferirei che la maggior parte di loro rimanesse qui.”
Johnson si riferisce alla golden generation australiana dei nati fra il 2000 e il 2001, un gruppo di giocatori che a livello giovanile ha fatto faville, arrivando in finale anche all’ultimo mondiale under 20, perso di un solo punto contro la Francia.
Insomma, rivedere la regola Giteau dei 60 caps potrebbe avere un beneficio immediato, ma i vertici del rugby australiano vogliono pensarci bene: ne va del futuro del movimento intero.
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