Slow Motion #59: il canto libero di Finn Russell

La meta dello scozzese contro il Munster è ovviamente la più bella del weekend. Ed è l’occasione per esaltare di nuovo il talento del numero 10

finn russell

ph. Reuters

Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento.

Prima regola di Finn Russell: non avere regole. Seconda regola di Finn Russell: non avere mai regole. Terza regola di Finn Russell: far sembrare gli avversari dei dilettanti. Quarta regola di Finn Russell: se una cosa sembra abbastanza folle, allora bisogna farla.

Ma ora parliamo di Finn Russell. In queste prime due settimane di Champions Cup, l’apertura del Racing 92 ha lasciato a bocca aperta l’Europa. Non che sia una novità, ma il talento dello scozzese nelle ultime partite è sembrato più fulgido e scintillante che mai, quasi come si fosse tolto quel sottile strato di polvere accumulato durante la Rugby World Cup con la Scozia.

Contro Saracens e Munster, Russell ha confermato e rilanciato il suo status come uno dei mediani d’apertura più influenti del pianeta, dotato di una classe per certi versi inarrivabile dai suoi colleghi. Prendiamo le sue capacità di tenere le difese avversarie sempre all’erta, in attesa di capire cosa diavolo deciderà di fare il numero 10 quando si presenta sulla linea del vantaggio: Russell è forse il migliore al mondo nel giocare a ridosso della linea del vantaggio, nel ritardare le proprie decisioni allo stremo e nel creare a quel punto dei grossi interrogativi alla difesa, che deve pensare, riflettere e prendere delle decisioni che vadano oltre il semplice placcaggio. Scivolare all’esterno, chiudere all’interno o raddoppiare un placcaggio?

In queste situazioni, con un’apertura del genere, nove volte su dieci la difesa è finita. Bisogna solo mettersi comodi e aspettare di vedere in che modo Russell deciderà di disporre degli avversari. Contro la Red Army, ha scelto la maniera più spettacolare e straordinaria, e ha mandato in estasi il mondo ovale.

Russell è un giocatore che si prende in genere dei rischi esagerati, consapevole di avere l’autorevolezza, il talento e quella sana follia per permetterseli. Non è esente da errori o esagerazioni, ma è semplicemente esaltante quando riesce a dare concretezza ai suoi istinti.

Al 19′ della partita contro Munster, a Thomond Park, il Racing ha un pallone piuttosto lento dentro i 22 della Red Army,  ma può giocare sul vantaggio per un fallo della difesa irlandese. Iribaren allarga per il nostro protagonista, ch mette nel mirino lo spazio senza copertura alle spalle della linea.

Solo per un attimo Russell volge il suo sguardo verso l’esterno, per giocare magari con la trequarti, ma probabilmente già dal principio ha deciso di voler andare per conto suo. Il gesto è unico, stupendo e ha una sua continuità: in una frazione di secondo Russell riceve l’ovale, guarda all’esterno, mantiene la postura del corpo e delle mani in un modo che fa presagire un passaggio esterno e poi svela le sue carte.

Lo scozzese lascia cadere il pallone a terra e lo sfiora appena con il piatto sinistro, per aggirare Scannell (che non aveva una posizione del corpo ideale). Qui bisogna fermarsi, per sottolineare le due cose principali dell’azione:

– il tunnel a Scannell, che non sappiamo quanto sia volontario o meno, rende tutto sublime ed è in pieno stile russelliano. Possiamo pensare che sia fortuito e non previsto, ma non che sia fuori dai canoni estetici del mediano scozzese. Se c’è un giocatore che può intestarsi un trick del genere, quello è Finn Russell, il classico atleta che rende semplici le cose impossibili per la stragrande maggioranza dei colleghi. E che riesce a far sentire molto in imbarazzo chi subisce le sue mosse: qui Scannell non solo si becca il tunnel, ma poi scivola maldestramente e finisce pure con il sedere per terra. Certi placcaggi avrebbero fatto molto, molto meno male

– la delicatezza del calcetto di Russell. Il tunnel, azione così rara e casuale nel rugby, si è preso chiaramente tutta la scena, ma il grubber dello scozzese è davvero perfetto. Sta tutto nella forza che Russell riesce a non imprimere al pallone: il tocco di palla è leggero, quasi imperscrutabile. Il calcetto non è né troppo corto né troppo lungo. Russell non deve rallentare o accelerare per andare a riprendere l’ovale: mantenendo lo stesso passo di prima, in meno di due secondi il pallone è di nuovo nelle sue mani. La cosa più vicina a un tunnel calcistico che si possa vedere su un campo da rugby

In un piccolissimo fazzoletto di terreno, insomma, Russell ha trovato una giocata risolutiva efficace e bellissima allo stesso tempo, tanto semplice nell’idea quanto tremendamente complicata nella sua realizzazione. In un mondo di difese soffocanti, Finn Russell trova sempre il modo di respirare libero. Godiamocelo.

Daniele Pansardi

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