80° minuto: l’impatto delle Zebre Rugby in Challenge Cup

Un’interessante analisi statistica sulle due gare europee dei ducali

Giosué Zilocchi – Zebre Rugby (ph. Luca Sighinolfi)

Nuova puntata della rubrica dal titolo “80° minuto” curata da Flavio “Fuser” Fogliani, Cristiano Gobbi, Luca Mammoli e Nicola Riccetti di Italrugbystats, una pagina che parla del rugby italiano attraverso numeri e statistiche.
“80° minuto” è pensata come un approfondimento che utilizza i valori matematici espressi in campo per interpretare la storia della partita attraverso i numeri che la caratterizzano.

Per le Zebre, quelle appena andate in archivio, sono state due settimane complicate in Challenge Cup. Dopo la pesante sconfitta contro il Bristol in Inghilterra, i ducali sono andati a un soffio da una vittoria prestigiosa in casa contro uno Stade Francais ridotto ai minimi termini, fermandosi però sul più bello nel finale.

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Nonostante la prestazione nel complesso più positiva, nel match giocato in casa, va sottolineato che tra le due partite giocate, la seconda è quella in cui i ducali sono risultati meno dominanti nella collisione: la difesa avanzante, infatti, è scesa del 4% punti percentuali (45% contro Bristol e 41% contro lo Stade Francais), anche se questo dato è controbilanciato da una crescita netta dell’efficacia difensiva generale (82% di placcaggi riusciti contro Bristol, 92% contro lo Stade Francais).

Denominatore comune tra le due prestazioni difensive è Maxime Mbanda (EPM = .85 e eEPM = .77 contro Bristol e EPM = .74 e eEPM = .72 contro lo Stade Francais), rientrato a pieno regime dopo le noie fisiche dello scorso anno. A cavallo delle due gare, il flanker della nazionale ha messo a referto 31 placcaggi (16 contro Bristol e 15 contro lo Stade Francais) con il 100% di efficacia.

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Se nella prima gara è risultato essere il miglior difensore tra i ducali, nella seconda ha dovuto cedere il passo, per una incollatura, ad Oliviero Fabiani (EPM = .96 e eEPM = .91 contro Bristol e EPM = 1.0 e eEPM = .97 contro lo Stade Francais), che oltre ad essere stato primo tra i difensori con 17 placcaggi con il 100% di efficacia, ha svettato anche nella speciale classifica di placcaggi avanzanti, con 4 interventi dominanti. Contro Bristol, questa fisicità al momento della collisione era stata garantita anche dalla buona prestazione di Apisai Tauyavuca che, schierato flanker, pur non dominando nella classifica dei placcatori, è risultato primo come placcaggi avanzanti, con tre interventi.

L’avanti figiano, però, nell’unica gara disputata, contro Bristol, si è distinto soprattutto per il grande apporto offensivo, con 15 attacchi di cui il 55% avanzante. Nonostante questo, come per la difesa, anche la collisione in attacco è stato un punto dolente tra le due partite. Infatti, mentre nella prima uscita i ducali erano riusciti a raggiungere il 49% di efficacia offensiva, contro lo Stade Francais si sono fermati soltanto al 36%.

Attacco e pulizia

Due internazionali hanno dato continuità alla fase di attacco delle Zebre: Tommaso Boni, che ha attaccato 8 volte (con l’80% di efficacia e 49 metri corsi) contro lo Stade e 12 volte (con il 64%) contro Bristol e Edoardo Padovani con 9 attacchi (con il 50% e 72 metri corsi) contro lo Stade e 11 attacchi (con l’80% di efficacia) contro Bristol. Infine, due nomine speciali sono andate a Renato Giammarioli e a Charlie Walker. Contro Bristol, infatti, Il terza linea ha attaccato per 10 volte (con il 70% di efficacia e 97 metri corsi), creando anche un clean break. L’ala inglese, invece, contro lo Stade è autore di una prestazione incoraggiante per quanto poco appariscente, che ha portato in dote, oltre alla prima meta in maglia multicolor, 20 metri corsi su 3 attacchi, tutti avanzanti.

Un aspetto del gioco delle Zebre che è, invece, migliorato tra le due gare è il mantenimento del possesso in ruck, che è passato dal 93% contro Bristol al 97% contro lo Stade Francais. Questo dato però dimostra anche la differente pressione che i francesi hanno opposto in questo aspetto del gioco. Infatti, nonostante il miglior rendimento complessivo, la prestazione individuale dei giocatori ducali in ruck è stata peggiore nella seconda gara rispetto all’esordio europeo. Nell’ultima sfida hanno fatto registrare una differenza di 14 punti percentuali nelle pulizie tempestive nei raggruppamenti offensivi (64% contro Bristol e 50% contro Stade Francais) e 7 punti percentuali in quelli difensivi (59% contro Bristol e 52% contro Stade Francais). Qui si è fatto notare, con due grandi prestazioni, David Sisi, che ha ripulito 63 ruck offensive complessive (25 contro Bristol con 24 tra i primi interventi e 28 contro lo Stade).

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Altro aspetto sensibilmente migliorato, tra le due gare, è stata la strategia di uscita dai 22, con le Zebre che hanno ridotto drasticamente i rischi, considerando anche le difficili condizioni del terreno di gioco. Infatti, tra la prima e la seconda partita si è registrata una riduzione di 46 punti percentuali delle uscite dai 22 palla in mano (74% contro Bristol e 28% contro lo Stade Francais). Anche questo dato va valutato nel contesto di due partite con una percentuale differente di gioco tattico al piede, con 18 calci ricevuti e 6 fatti contro Bristol, e 39 ricevuti e 32 fatti contro lo Stade Francais. Mentre l’utilizzo del piede da parte di Canna non è cambiato: 3 calci contro Bristol e 4 contro i francesi. Inevitabilmente il coinvolgimento nel gioco tattico di Padovani è stato completamente diverso tra le due gare: mentre con Bristol sono stati solo 2 i calci effettuati dell’estremo della nazionale, contro lo Stade Francais addirittura 13.

Dove finisce la soddisfazione di una partita ben condotta e inizia il rimpianto? Le Zebre stanno attraversando un periodo complicato, difficile da superare senza una vittoria in grado di scardinare gli steccati mentali che vanno generandosi. Ma se sconfitte contro squadre che, come Bristol, vivono in pianeti lontani dal nostro movimento, non lasciano adito a recriminazioni e non concedono nemmeno grosse speranze in ottica futura, partite come quella contro lo Stade, in cui le Zebre hanno dimostrato di saper essere una squadra all’occorrenza pragmatica e intelligente a sufficienza da saper sfruttare i propri punti di forza e nascondere le debolezze, nonostante l’amarezza per il beffardo finale, danno anche un minimo di abbrivio positivo.

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