Il tecnico dell’Inghilterra parla dei suoi contatti con i Wallabies e “benedice” l’arrivo di Dave Rennie come ct dei Wallabies
Eddie Jones ormai non è più solo un allenatore nel mondo del rugby ma un personaggio a tuttotondo che, con il suo background, le sue conoscenze e i suoi contatti, viene ormai interpellato praticamente su tutti gli argomenti ovali.
Al ct dell’Inghilterra, questa volta, è toccato parlare dell’Australia e del momento di ricostruzione che i Wallabies stanno vivendo nel post Rugby World Cup 2019, coinciso fra l’altro con l’addio di Michael Cheika e l’insediamento di Dave Rennie: “Negli scorsi mesi – ammette in un’intervista a Australian Broadcasting Corporation’s– ho avuto un contatto con la Federazione, ma non c’è stato nulla di formale: non credo fossero realmente interessati a me. Penso che Dave (Rennie) farà invece un buon lavoro. Sa gestire i rapporti con le persone e compattare il gruppo. Idealmente l’Australia vorrebbe un coach australiano, ma ormai siamo nell’era della globalizzazione e dobbiamo abituarci a questo. Solo Nuova Zelanda e Francia hanno possibilità e volontà di andare avanti con tecnici locali”.
Ad anticipare questo pensiero, era arrivata però “la lettura di Eddie Jones” sul caso overseas e la Legge-Giteau, che in Australia è oggetto di discussione da qualche tempo e che entro settembre dell’anno prossimo potrebbe essere rivista: “Io abbasserei il numero da 60 caps a 40 caps – fa sapere – ormai i giocatori si muovono, girano, sono professionisti ed è normale che vadano a giocare anche in campionati diversi. Questo potrebbe essere un numero di presenze che consenta una maggior flessibilità sia dal punto di vista dei rugbisti sia da quello della Federazione”.
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