Per l’ultimo appuntamento con le dichiarazioni dai campi, abbiamo parlato con Erika Skofca (Valsugirls), Alessia Gronda (CUS Torino) e Matilde Buzzan (Red Panthers)
Andato definitivamente in archivio, al termine dell’ottava giornata di campionato, il 2019 della Serie A femminile, torniamo sui campi del girone 1 per il consueto appuntamento con le dichiarazioni post gara, dando spazio, stavolta, a tre giovani talenti emergenti del torneo come Erika Skofca (Valsugirls), convocata da Andrea Di Giandomenico per il raduno azzurro di gennaio, dopo aver presenziato da invitata a quello novembrino di L’Aquila (prima del match contro il Giappone), Matilde Buzzan (Red Panthers) ed Alessia Gronda (CUS Torino), elementi importanti per le rispettive squadre di appartenenza. In loro compagnia, abbiamo analizzato le ultime uscite in campionato, la stagione nel suo complesso e le prospettive future.
Erika Skofca (classe 1998), pilone sinistro del Valsugana Rugby Padova
Punti di forza delle Valsugirls
La nostra vera forza in campo sta nel fatto che siamo una squadra unita. Ci parliamo molto durante il gioco, aiutandoci e dandoci indicazioni utili l’un l’altra. La regista, in tal senso, è Beatrice Rigoni. Ovunque tu sia, sul campo, puoi sentire la sua voce prodiga di consigli utili. Una cosa fondamentale, ancora più per me, che sono al primo anno di Valsugana. Poi, abbiamo lavorato molto bene con Nicola Bezzati sotto il profilo tecnico e tattico, ma al tempo stesso siamo molto performanti anche dal punto di vista fisico, grazie ai nostri preparatori.
Cambio di Paese, cambio di ruolo
Reduce da due anni in Scozia, dove giocavo trequarti, il fatto di essere schierata da pilone ha rappresentato un punto di svolta importante. Praticamente, è quasi come se avessi dovuto ricominciare tutto da capo: ogni giorno imparo qualcosa di nuovo. Parliamo di un cambiamento enorme, anche perché il livello qui è molto più alto di quello scozzese. A Padova facciamo allenamenti molto più intensi e tutto è organizzatissimo.
Esperienza in azzurro
Non mi aspettavo di essere invitata a novembre, anche perché è la prima stagione che gioco da pilone, quindi è stata una bella sorpresa. Lì, poi è stata un’esperienza fantastica, anche a livello tecnico, avendo avuto la chance di confrontarmi con altre ragazze molto forti.
Un passato da sciatrice
A Tarvisio, il mio paese d’origine, ho praticato sci alpino, a livello agonistico, per diversi anni, gareggiando principalmente nelle discipline tecniche (slalom gigante e slalom speciale, ndr). Una passione condivisa con la mia migliore amica, Lara Della Mea, giovane emergente della nazionale di sci alpino, medaglia di bronzo Mondiale nel team event lo scorso anno ad Aare, in Svezia.
Poi, un giorno di primavera di qualche anno fa, mia sorella, che aveva iniziato a giocava con le Valchirie, mi convinse a provare con il rugby, e nel giro di poco tempo mi appassionai allo sport ovale.
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Matilde Buzzan (classe 2001), primo centro delle Red Panthers Benetton Rugby
Sfida con il Valsugana e l’impatto di coach Diego Bressan
Il risultato dice tutto (sorride, ndr), ma ce lo si poteva aspettare. Il Valsugana quest’anno è molto forte. Speravamo di subire meno di 90 punti, ma non è andata così. Tutto sommato, però, nel secondo tempo, con una bella svegliata, anche se può sembrare paradossale, abbiamo dimostrato di avere delle qualità interessanti in difesa. Quest’anno, con Diego abbiamo iniziato un percorso importante. Lui pretende serietà, attitudine e passione. Ci sta dando una grossa mano su tanti aspetti del gioco. Essendo in poche, tutte dobbiamo saper fare tante cose. Questo ci permette di crescere, collettivamente ed individualmente, a 360 gradi. Sono molto felice della mia squadra e della mia società. Spero che questo 2020 porti nuove vittorie e nuove soddisfazioni. Milito nelle Red Panthers dallo scorso anno, seppur abbia iniziato a giocare a rugby all’età di sette anni. Mi sono trovata subito molto bene in questa società. Le compagne e lo staff mi hanno sempre fatto sentire a casa.
Impegno giornaliero, tra studio, rugby e viaggi
Vivo a Trieste, quindi due/tre volte a settimana, più il giorno della partita, vado a Treviso in treno (due ore di viaggio, ndr). Sicuramente è molto impegnativo, perché investo un pomeriggio intero, tra andata, allenamento e ritorno. Mi sto preparando alla maturità, ed è dura, perché avere a disposizione solo un’ora di studio di qualità, talvolta, non basta. Tengo molto ad entrambi gli aspetti della vita, quindi cerco di darmi da fare anche in treno, ma può capitare, anche se raramente, di dover rinunciare ad un allenamento per evitare problemi con lo studio.
Nazionale e selezione varie
Sono sempre stata convocata per partecipare ai raduno per le attività di area under 18 femminile, in vista anche della nazionale under 20 in futuro. Ho fatto diversi raduni a Parma, con tante altre ragazze, le migliori di ogni area. Queste chiamate mi gratificano. Sentirsi coinvolti in tali attività regala soddisfazioni, dopo che lavoro sulle mie qualità ovali da molti anni, puntando sempre più in alto.
Ruolo dei desideri
A me piace giocare da trequarti, pur sapendo di non avere il fisico da linea arretrata. Con il comitato veneto mi mettono quasi sempre da pilone, ma non mi fa impazzire come ruolo (sorride, ndr). Da quest’anno, al Benetton Rugby, mi schierano a 12, mentre l’anno scorso ho giocato da 10, il mio ruolo preferito. All’apertura mi sento libera di prendere decisioni e gestire il pallone come piace a me, ma anche da primo centro mi trovo bene, anche se so che prima o poi mi toccherà andare in mischia.
Sogni
In futuro, poi, vorrei provare l’esperienza estera. Uno dei miei tanti sogni, assieme alla Nazionale. Mi piacerebbe andare in Inghilterra e provare il rugby che si gioca a quelle latitudini, prima magari di ritornare in Italia con altre capacità.
Alessia Gronda (classe 1999), apertura Itinera CUS Torino
L’ultima partita
In relazione alla partita con Colorno, abbiamo sofferto molto la fisicità importante delle Furie Rosse. Un aspetto che contro di loro patiamo sempre in modo particolare. Come nelle ultime partite, siamo riuscite molto poco a sfruttare i palloni a nostra disposizione, avendo così molte poche fasi d’attacco, mentre dal punto di vista difensivo, il nostro sistema è rimasto competitivo, ma siamo venute un poco a mancare sul placcaggio, proprio a causa del fatto che la loro prestanza fisica fosse molto maggiore della nostra.
Le potenzialità della squadra
Per quelle che sono le potenzialità della squadra, e alla luce degli obiettivi che ci siamo poste ad inizio anno e dell’impegno che ci mettiamo, ci aspettiamo di ottenere molto di più rispetto a quanto ottenuto nel girone d’andata. Sono sicura che ce la faremo. Stiamo imparando molte piccole cose che dobbiamo assimilare ed inserire nel gioco, per raggiungere uno sviluppo offensivo molto più fluido.
La sua carriera azzurra finora
Ho giocato con l’under 18 di 7s a Vichy. Quest’estate ho avuto la possibilità di giocare alle Universiadi di Napoli, alla qualificazione olimpica di Kazan, ed il torneo di Kharkhiv: eperienze tanto impegnative quanto formative. Non ho un vero e proprio obiettivo sportivo. Lavoro per fare il meglio e tutto quello che arriva lo accetto molto volentieri. Sono molto concentrata anche sull’università. Dedico molto impegno alla mia formazione. Studio Logopedia, a Torino.
Da Biella a Torino
Ho iniziato a giocare a 8 anni a Biella. In Under 14, poi, ho sfruttato la possibilità di giocare nella squadra regionale piemontese, dove ho conosciuto la maggioranza delle mie compagne di squadra attuali: Sofia Romano, Alice Tombolato e la mitica Elisa Rochas, un tempo nostra allenatrice. In quarta superiore ho iniziato a giocare a Torino, facendo avanti e indietro da Biella. Da un paio d’anni mi sono trasferita in città per studio e mi trovo molto bene. Il CUS è la società perfetta per le mie esigenze attuali.
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