Dal derby al Sei Nazioni: cinque giocatori in cerca di una maglia azzurra

Chi è riuscito a candidarsi per un posto nella nuova Italia di Franco Smith grazie alle prestazioni combinate nei due incontri?

ph. Ettore Griffoni

Il prossimo 1 febbraio inizierà il Sei Nazioni 2020. Prima di allora, ci saranno altre tre partite per Zebre e Benetton, una di campionato e due di coppa. Come tutti gli anni il doppio derby natalizio fra le due franchigie azzurre segna un momento cruciale per alcuni giocatori per mettersi in luce. Più di altri anni contava brillare fra Parma e Treviso, visto che il volto del selezionatore della nazionale è cambiato.

Il bilancio in aggregato dei due incontri fra Benetton e Zebre vede i biancoverdi guidare 49-33. Delle due partite, per assurdo, è stata più difficile la prima: su un Lanfranchi ai limiti del praticabile non era facile far emergere la differenza di cilindrata che contraddistingue le due squadre. Una differenza che è emersa in maniera netta e marcata, più forse di quanto fosse evidentemente risultato finora, nell’incontro di sabato scorso, dove i Leoni hanno disposto dei cugini ducali infliggendo loro la bellezza di 31 punti in inferiorità numerica. Uno dei punti più bassi di un 2019 che pur ha regalato ben poche soddisfazioni alla squadra di Michael Bradley.

Paradossalmente, l’elenco che segue, composto da giocatori che si sono fatti notare nel doppio incrocio e che potrebbero nel breve periodo reclamare un posto in azzurro, contiene più nomi di giocatori delle Zebre che del Benetton. Questo perché nonostante il maggior numero di internazionali italiani messo in campo dalle Zebre, fra i veneti c’è un maggior numero di elementi stabilmente nella rosa azzurra che anche il cambio tecnico non dovrebbe mettere in discussione. Fra questi Braam Steyn, ad esempio: giocatore che in entrambe le partite si è distinto per il valore aggiunto che ha saputo dare alla propria squadra, è ormai un punto fermo dell’Italia e tale rimarrà anche durante il prossimo Sei Nazioni.

Danilo Fischetti

Fra gli azzurrabili presenti in questa lista, il pilone sinistro delle Zebre è forse al contempo uno dei giocatori che ha più necessità di accumulare esperienza che possibilità di scendere immediatamente in campo con la maglia della nazionale.

Messosi in luce già nella scorsa stagione a Calvisano e una delle poche buone notizie dei primi tre mesi di stagione per le Zebre, Fischetti è destinato ad essere il prospetto più pronto per ricoprire il ruolo di pilone sinistro. Giocatore esplosivo, buon portatore di palla ma abile anche a muovere le mani, è un giocatore moderno che sembra aver già superato Lovotti nelle gerarchie del club, pronto a sfidare Quaglio e Zani per la maglia numero uno dell’Italia, con quel pizzico di sfrontatezza che non guasta mai.

Giovanni Pettinelli

Non è la prima volta in questa stagione in cui facciamo il nome di Giovanni Pettinelli, terza linea classe 1996 che sta collezionando una serie di solide apparizioni con il Benetton. Sabato solamente 40 minuti in campo per lui, quelli del primo tempo, dove comunque ha collezionato una serie di solide percussioni. E’ anche uno dei migliori portatori fra i veneti nel disporre il pallone a disposizione del mediano nel minor tempo possibile.

La fortuna/sfortuna di Pettinelli è quella di ricoprire il ruolo dove c’è più competizione all’interno della rosa azzurra, essendo anche lui un flanker ibrido fra il numero 6 e il numero 7. Il Sei Nazioni è un torneo lungo e duro: sebbene ci sono giocatori maggiormente affermati e in questo momento più completi, potrebbe anche venire il momento in cui l’Italia avrà bisogno del suo ardore e della sua presenza.

Maxime Mbanda

Il discorso sulla completezza del reparto di terza linea della nazionale azzurra vale anche per Maxime Mbanda, che al mondiale giapponese è stato la prima alternativa al quartetto che promette, se in salute, di monopolizzare anche il Sei Nazioni 2020 a livello di presenze: Steyn, Polledri, Parisse, Negri.

Se il suo ruolo di quinto uomo della terza linea lo vedeva però nettamente più lontano dagli altri quattro interpreti fino a settembre, l’inizio di stagione molto positivo di Mbanda lo ha portato nettamente più vicino a competere per una maglia. Dopo la fantastica prestazione di Newport, il flanker delle Zebre si è confermato uno dei migliori anche nei due derby, andando a segno sabato nella marcatura meglio congegnata dagli uomini di Michael Bradley.

Mbanda è un giocatore che può contribuire efficacemente in fase offensiva, ma le cui caratteristiche risaltano maggiormente in difesa, dove la sua grande propensione al placcaggio, alla pressione sul punto d’incontro avversario e all’accumulare un workrate importante ne fanno un giocatore tendenzialmente diverso da tutti gli altri concorrenti.

Giovanni Licata

Altro giro, altra corsa, altra terza linea che si sta mettendo in evidenza. Giovanni Licata è arrivato presto alla ribalta internazionale, fatto esordire nel novembre del 2017 da Conor O’Shea contro le Fiji. Da lì, otto presenze senza mai lasciare particolarmente il segno negli ultimi due anni.

Buona parte del pubblico e degli osservatori si sarebbe aspettata di più da un ragazzo così chiaramente talentuoso. La fase di stallo di Licata sembra però essersi conclusa. Da quando è iniziata la stagione 2019/2020, nonostante le Zebre non siano esattamente state impeccabili, dal punto di vista individuale si può rimproverare ben poco a Licata.

Eccellente ball carrier per i suoi, difensore indomito, capace di giocare in tutti e tre i ruoli della terza linea e dotato di un discreto bagaglio di tecnica individuale, Licata è ulteriormente cresciuto fisicamente e non sta facendo rimpiangere l’assenza di Renato Giammarioli in maglia zebrata. A Parma nel primo derby uno dei giocatori globalmente più propositivi, nonostante il contesto fangoso. A Treviso ancora una buona prestazione nel guidare gli attacchi dei suoi. La sua continuità di prestazioni, proseguita anche nei due derby, lo rende candidato al ritorno in azzurro.

Jayden Hayward

Il lettore potrebbe dirsi sorpreso di trovare l’estremo del Benetton fra i giocatori che attraverso le prestazioni degli ultimi 160 minuti potrebbero guadagnarsi la maglia azzurra, ma Jayden Hayward ha tutt’altro che in tasca la numero 15 dell’Italia.

Con un Matteo Minozzi stabilmente titolare ad estremo con gli Wasps (anche in meta per la prima volta venerdì), la titolarità del nativo di Hawera non è scontata. Ecco perché per lui è stato fondamentale gestire con brillantezza il gioco tattico della formazione veneta in queste due partite. Sia nel pantano della settimana scorsa che sul verde manto di Monigo, Hayward, che ha raggiunto le 100 presenze con il Benetton, è stato saggio utilizzatore del gioco al piede in funzione territoriale, bravo a sbrogliare situazioni confuse o pericolose, e sempre estremamente freddo e lucido quando chiamato in causa.

Hayward e Minozzi rappresentano due giocatori diversi: entrambi giocatori completi, il primo eccelle maggiormente nell’utilizzo del piede, mentre il secondo ha immense capacità di finalizzazione. La situazione ottimale per Franco Smith potrebbe essere scegliere di partita in partita se dare campo per attaccare al giocatore dei Wasps, o se dirottarlo all’ala e avere più fosforo dando la 15 al neozelandese.

Lorenzo Calamai

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