Il numero 8 non giocherà tutto il torneo, mentre nel futuro si vede con un ruolo da allenatore
Dopo aver parlato qualche giorno fa con i media d’Oltremanica in merito alla situazione di carriera relativa al Top14, Sergio Parisse questa volta si rivolge all’Italia e in un’intervista al Corriere dello Sport fa chiarezza sui prossimi momenti che lo coinvolgeranno con la maglia dell’Italia nel Sei Nazioni 2020.
“Ho esposto a Smith il mio desiderio di chiudere la carriera internazionale a Roma – fa sapere – davanti alla mia famiglia, ai miei amici e ai nostri tifosi. Lui è d’accordo sul fatto che merito un’altra partita, che non posso finire con quell’incontro cancellato dal tifone. Affronterò la Scozia, l’Inghilterra o tutte e due, ma non giocherò di sicuro l’intero Sei Nazioni”.
“La nazionale ha bisogno di sviluppare altri giocatori con doti di leadership. Se io stessi stabilmente in gruppo, tanto più se fossi capitano, occuperei certi spazi. Invece è ora che altri prendano il mio posto”.
“Quando smetterò – conclude – so già cosa farò: l’allenatore. Mi piace gestire, tenere i rapporti umani. L’ho già fatto durante la mia carriera: ripartirò da zero e sarà eccitante. Un ruolo nel rugby italiano? Non mi spaventerebbe di certo. Da giocatore mi sono sempre assunto responsabilità. Prendere in mano un progetto non mi dispiacerebbe”.
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