L’arbitro appende il fischietto al chiodo dopo 32 test match arbitrati: uno dei pochi direttori di gara con un passato di giocatore di alto livello
Non sono molti i giocatori di alto livello che diventano arbitri, ma solitamente, quando accade, i risultati sono più che positivi. Lo ha dimostrato meglio di tutti nel corso dell’ultimo decennio Glen Jackson, ex apertura neozelandese dei Saracens passato poi al lato oscuro della forza, quello che veste in maglietta giallo canarino e distribuisce cartellini a chi non ha fatto il bravo.
Ora il 44enne arbitro si ritira: appenderà il fischietto al chiodo e si occuperà di formazione degli arbitri per la federazione neozelandese fino al prossimo marzo, per poi lasciare definitivamente.
Da giocatore è arrivato sul palcoscenico più importante con i Chiefs, nel Super Rugby dell’inizio degli anni Duemila, disputando sei stagioni con la franchigia di Waikato. Poi, il salto agli antipodi: Inghilterra, Saracens. La squadra del nord di Londra era un club assai diverso da quello di oggi, una squadra di medio-alta classifica che poteva permettersi quel numero 10 dal piede preciso e dal cervello fino, ma non la corazzata che oggi conosciamo.
Con i Saracens ha giocato 157 partite e segnato 1576 punti, ottenendo come miglior risultato di essere il miglior marcatore del campionato inglese nel 2007 e disputando la finale di Premiership nel 2010, persa contro i Leicester Tigers, che sarebbe poi stato il suo ultimo atto nel rugby professionistico. L’anno successivo diventa arbitro, brucia le tappe e già nel 2011, a 36 anni, dirige la sua prima gara di Super Rugby. Diventa internazionale nel 2012 e arbitra quindi 32 test nei 7 anni successivi. A sorpresa viene escluso dalla Rugby World Cup 2019 in Giappone.
“Non essere stato selezionato è stato un po’ uno shock” ha ammesso Jackson.
“Sono stato nel mondo del rugby per 25 anni e il mio corpo non sta ringiovanendo. Mi sono davvero divertito l’anno scorso, ma ho deciso che è giunto il momento di passare oltre.”
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