Italia: il ritorno di Pietro Ceccarelli

Abbiamo intervistato il pilone di Edimburgo, che, rinvigorito dalla cura-Cockerill, è pronto a guadagnarsi spazio al Sei Nazioni

ph. Matteo Mangiarotti

EDIMBURGO – “Emozionatissimo. La  prima impressione è stata quella di sentirmi onorato di essere stato chiamato in Nazionale, un obiettivo per cui sto lavorando duramente da due anni con tutta la squadra.”

Pietro Ceccarelli, pilone destro di Edinburgh Rugby, ha così descritto le sensazioni provate quando ha ricevuto la telefonata che “cinque minuti prima che le convocazioni venissero pubblicate lunedì”, gli ha annunciato il ritorno in Azzurro dopo due anni e mezzo di assenza.

“Sono due anni che sto lavorando per tornare al livello ed è stato un grande piacere avere la conferma. Conor [O’Shea] mi aveva contattato in passato, con Franco [Smith] ci siamo sentiti per tenerci aggiornati ultimamente e sulla mia convocazione credo che abbia influito anche il fatto che in questa stagione sto giocando molto di più. C’è stata anche la Coppa del Mondo ed è stata una fortuna, ho avuto tanto spazio. Poi onestamente se mi sono guadagnato la convocazione vuol dire che sto giocando anche abbastanza bene.”

Sabato pomeriggio Pietro è entrato in campo nel secondo tempo della sfida contro Agen in Challenge Cup, costringendo subito l’avversario diretto a concedere una punizione in mischia chiusa e in generale dando il suo contributo alla vittoria (con bonus) che ha permesso ad Edinburgh di centrare la qualificazione ai quarti di finale, uno degli obiettivi stagionali.

“Quest’estate abbiamo fatto una preparazione di tre mesi e mi ha dato una spinta in più e adesso spero di fare bene durante il raduno. Adesso devo solo abbassare la testa e lavorare duro.”

Richard Cockerill, che lo scorso anno ha voluto Ceccarelli in squadra e che gli aveva dato alcune dritte per continuare a migliorare, “non mi ha detto nulla di particolare, quando ho ricevuto la convocazione, ma credo gli abbia fatto piacere – anche se, allo stesso tempo, non sarà contentissimo di perdere un altro elemento durante il Sei Nazioni. È comunque una cosa molto positiva avere tanti giocatori impegnati con le nazionali [sono 17 in totale, tredici di questi nel pack], sarà dura per la squadra ma tutti mi hanno fatto i complimenti perchè è sempre un onore avere così tanti giocatori impegnati a livello internazionale.”

Edinburgh sta vivendo una stagione interessante, primo della Conference B dopo dieci  giornate di Guinness PRO14 e qualificato ai quarti di Challenge Cup, e i risultati ottenuti finora sono un premio al lavoro fatto da Cockerill e dal suo staff, oltre che dalle prestazioni messe in campo, ovviamente, dai giocatori.

“Siamo al terzo anno di gestione di Cockerill, il primo anno è stato molto duro, da quello che mi hanno detto [Ceccarelli è, infatti, arrivato in Scozia solo nell’estate 2018] ma i risultati hanno premiato il grande lavoro fatto, di dare una sua impronta alla squadra. Nel secondo anno abbiamo avuto un’ottima stagione in Champions Cup ma siamo arrivati un po’ troppo stanchi al termine, mentre quest’anno Cockerill sta facendo ruotare tutta la squadra, da quando i Nazionali sono tornati dalla Coppa del Mondo anche loro stanno ruotando e dopo tre anni i risultati si vedono.”

“Il gruppo è ottimo, siamo veramente molto uniti e stiamo giocando tutti, un fattore che rinsalda maggiormente la squadra,” chiude Ceccarelli. “L’aver chiuso un pò male la stagione scorsa ci ha lasciato un po’ di voglia di rivalsa, è innegabile, ma in generale noi stiamo seguendo le stesse direttive e, nonostante abbiamo cambiato l’allenatore delle touche difensive il sistema non è cambiato: lavorare duro è la chiave, se hai talento ma non ti impegni non giochi.”

Matteo Mangiarotti

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