Benetton Rugby, parla Pavanello: “serve innalzare gli standard in qualsiasi area”

“Il rugby non si vive solo nei campi di allenamento, ci sono una serie di componenti che servono a formare il giocatore, la squadra e il club.”

pavanello benetton rugby

ph. Sebastiano Pessina

Il direttore sportivo del Benetton Rugby, Antonio Pavanello, ha approfittato della pausa da impegni in campo – dopo gli il doppio turno di Heineken Champions Cup, infatti, i Leoni torneranno a giocare solo fra quattro settimane in Guinness Pro14 – per fare il punto della situazione e un primo consuntivo non solo della stagione in corso, ma anche degli ultimi quattro anni.

“Siamo al quarto anno del nostro ciclo, un anno indubbiamente influenzato dal Mondiale tenutosi in Giappone. Un anno che però getta le basi per il futuro ciclo del Benetton,” ha detto Pavanello. Dopo la fine della campagna europea (chiusasi con una vittoria ma con buone prestazioni), l’obiettivo dei Leoni è adesso, inevitabilmente, sulla conquista di un posto nei playoff di Guinness Pro14, obiettivo che si è forse un po’ complicato dopo qualche risultato negativo ma che resta comunque alla portata.

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“Penso che in queste ultime stagioni siano stati fatti tantissimi passi in avanti sia dentro che fuori dal campo di gioco. Sono orgoglioso di tutto perché credo che un po’ alla volta siamo riusciti ad avvicinarci alla realtà dei grandissimi club europei. E’ rimasta invece invariata la nostra vision, ovvero: essere, ritenuto da tutti, uno dei migliori club in Europa dove vivere e giocare a rugby. Ed è seguendo la nostra vision che facciamo i nostri progetti.”

Pavanello ha anche parlato degli obiettivi che il club si è posto per il futuro prossimo, con uno sguardo a trecentosessanta gradi. “E’ certo che, per la prossima stagione, cercheremo di rimanere nei piani alti della classifica pensando di toglierci più soddisfazioni possibili indipendentemente dalla competizione europea che disputeremo. Per fare questo, servirà innalzare gli standard in qualsiasi area.”

“Sin dall’inizio della mia avventura come direttore sportivo il mantra è stato: il rugby non si vive solo nei campi di allenamento, ci sono una serie di componenti che servono a formare il giocatore, la squadra e il club.”

Il direttore sportivo dei Leoni sottolinea che “i giocatori devono essere a conoscenza che non c’è solo il campo: c’è la palestra, c’è il recupero, la nutrizione, l’approccio mentale, la video analisi, tutte componenti che devono permettere agli atleti di arrivare al giorno della partita in grado di misurarsi con squadre che all’estero hanno già da tempo questo tipo di mentalità, e soprattutto da molto prima di noi.”

In quest’ottica, Pavanello tiene a precisare che “stiamo attraversando un anno importante sotto la guida di Crowley, un anno in cui si faranno dei ragionamenti per il medio e lungo termine e per cui sarà inevitabile apportare dei cambiamenti. Partiamo dal presupposto che saremo costretti a fare a meno di chi fisicamente o mentalmente ha dimostrato di non poter reggere questo livello. Fisicamente dispiace perché si tratterà di giocatori che ci lasceranno a causa di infortuni, logorii fisici o ragioni anagrafiche; purtroppo c’è invece chi, anche se talentuoso, mentalmente ha dimostrato di non riuscire a stare al passo con le richieste di club, come il nostro, che ambisce a diventare sempre più prestigioso.”

“Lo sport di alto livello impone di essere duri e pretenziosi su queste aree e noi lo saremo. Vogliamo essere da subito molto chiari e far capire anche ai nuovi innesti che dovranno adeguarsi agli standard che riteniamo fondamentali per il nostro cammino. Tutto servirà per aprire un nuovo ciclo dal medio e lungo termine che ci consentirà di avere sia giocatori stranieri ma soprattutto giocatori italiani che possano giocare con noi per un numero importante di anni”

“Cercheremo di ringiovanire la rosa ed amplieremo il gruppo dei permit players” continua i DS biancoverde. “Il progetto che coinvolge quesi ultimi sta funzionando: due anni fa Zanon, lo scorso anno Lamaro e questa stagione Cannone hanno mostrato il loro valore. Marco ha già fatto il suo esordio in azzurro nel Sei Nazioni 2019, Niccolò è appena stato convocato, anche lui, in Nazionale Maggiore e sarebbe stato lo stesso per Michele se non si fosse infortunato.”

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“E’ un progetto che ha molti aspetti positivi, certamente migliorabili proprio per renderlo sempre più fruttuoso,” continua Pavanello. “I giovani, che hanno terminato un percorso accademico o di Nazionale U20, hanno in questo modo la possibilità sin da subito di entrare in contatto con una realtà di alto livello. Svolgendo con noi già il pre-stagione e continuando ad allenarsi il lunedì ed il martedì di ogni settimana, per poi essere selezionati per i nostri impegni o in caso contrario tornare nel club di appartenenza e giocare con loro. Ciò crea maggiore competizione in squadra oltre ad alimentare la voglia di emergere nei giovani, ed inoltre tutti i club con i quali collaboriamo sono soddisfatti: un motivo in più per dare continuità al progetto.”

Questo aspetto è fondamentale, come dice il direttore sportivo dei Leoni, non solo per “fare gruppo” ma per avere tutti i componenti della rosa sullo stesso livello di preparazione e di mentalità, per avere un gruppo che conosce nei dettagli i dettami dello staff tecnico e può metterli in campo indipendentemente dai 23 che vengono scelti, di partita in partita.

Pavanello, in chiusura, conferma che Crowley avrà la possibilità di lavorare “con sinergie già in essere e con le persone di cui lui si fida, cercheremo di porre maggiormente l’attenzione sul piano nutrizionale e mentale per sostenere al meglio i nostri giocatori. La nostra filosofia è sempre stata quella di lavorare nel dettaglio ed è anche per questo motivo se negli ultimi anni il nostro staff ha avuto un incremento numerico e qualitativo importante.”

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