L’assistent coach degli emiliani, in vista della sfida salvezza con Piacenza, analizza la stagione e l’ambiente colornese, dando uno sguardo anche al nuovo ciclo azzurro
Roland de Marigny, ex estremo azzurro (da 19 caps in carriera), è ormai da due stagione l’assistente allenatore di Cristian Prestera, alla guida del Rugby Colorno, squadra emiliana alla prima storica stagione in Top12, che oggi (14.30, diretta OnRugby.it e facebook FIR) si gioca, contro Piacenza, un derby (regionale e tra neo promosse) di fondamentale importanza in ottica salvezza. Lo abbiamo raggiunto per parlare di come la società colornese stia vivendo questa annata, con un focus particolare sulla partita odierna, ed una battuta sulla nuova nazionale azzurra.
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Roland, soddisfatti per questo avvio di stagione? Vi aspettavate una partenza così?
“Sapevamo che con questa formazione avremmo trovato delle difficoltà per quanto riguarda i ritmi di gioco del massimo campionato. Quando abbiamo fatto la prima riunione in estate, la cosa che abbiamo notato era l’enorme differenza sul tempo effettivo tra le partite di Serie A e quelle di Top12. Quindi, eravamo consci di dover superare questo ostacolo in avvio. Motivo per cui ci siamo posti l’obiettivo della salvezza, senza fronzoli. Anche perché abbiamo solo il 50% dei giocatori full time. Alcuni ragazzi lavorano tutto il giorno, prima di venire ad allenamento la sera. Non è semplice trovare un equilibrio attorno a quest’ultima cosa, ma la società sta gestendo la cosa nel modo migliore possibile. Del resto questo è un progetto con basi solide, tra maschile e femminile, attivo da tempo anche grazie a persone come Padovani, Cantoni e Iemmi”.
Come arrivate alla gara contro i Lyons?
Oggi c’è tanta pressione, dovremo gestire al meglio questo aspetto. Per due squadre neopromosse, questa è una partita fondamentale. Speriamo di portare a casa una vittoria, perché questi 4/5 punti in palio sono importantissimi. Abbiamo fissato l’obiettivo di vincere contro le squadre che sono al nostro stesso livello, o che comunque sappiamo che si giocano il nostro medesimo obiettivo. Contro questi team dobbiamo cercare di archiviare il maggior numero di vittorie. Contro le altre, quando possibile e facendo il nostro meglio, dobbiamo riuscire a portare a casa almeno qualche punticino. Se vogliamo la salvezza, oggi dobbiamo vincere. Anche perché poi abbiamo, in fila, Fiamme Oro, Petrarca e Calvisano. E lì, ovviamente, il discorso cambia. Però, ogni settimana, anche quelle più impervie sulla carta, desideriamo vincere la battaglia, per avere successo nella nostra guerra complessiva, la salvezza.
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Non solo assistente allenatore. A Colorno stai lavorando anche fuori dal campo…
Sono ambasciatore per l’Italia del Didi Rugby, un progetto lanciato in Inghilterra da Vicky MacQueen, ex internazionale inglese, portato avanti in società a Colorno da Michele Mordacci, e nel quale è coinvolta la nazionale azzurra Sara Tounesi. Stiamo parlando di un qualcosa di molto simile al rugby tots, con i bimbi coinvolti direttamente nelle scuole o al sabato mattina. Si ritrovano, lavorano sulla motricità e sull’aspetto di socializzazione. L’intento è quello che possano scoprire il loro corpo, imparare a muoversi, usando i principi del nostro sport come motore della cosa.
Hai parlato di Sara Tounesi, una delle giocatrici di riferimento delle Furie Rosse (sezione femminile del club, Campione d’Italia 2018, ndr). Come è il rapporto tra le due seniores?
Innanzitutto, tanto di cappello a queste ragazze che non percepiscono compensi. Vengono da tutte le parti della regione e non solo, anche da molto lontano, solo per fare allenamento e giocare il campionato con Colorno. Tra staff abbiamo un ottimo rapporto. Anche se in termini generali siamo due entità distinte, sugli aspetti tecnici c’è un interscambio di idee e ci si aiuta. Plinio Sciamanna (head coach delle Furie Rosse, ndr) ha esperienza maschile di alto livello, con Viadana, mentre Cristian Prestera (head coach della maschile) ha lavorato per tre anni, vincendo lo scudetto 2018, con la femminile. Cristian e Plinio lavorano con le prime linee, io con chi gioca tra i trequarti, soprattutto con le calciatrici.
La cosa bella, però, è lo spirito e l’energia positiva che si sono creati tra le due squadre. Vanno molto molto d’accordo. Fanno il tifo l’una squadra per l’altra. Aspetto molto positivo, perché un clima sereno, di questo genere, regala sempre una spinta in più.
Parlando, invece, di azzurro. Cosa ti aspetti dal nuovo corso di Franco Smith?
Vedremo un’Italia che porterà in campo ottime prestazioni. Franco Smith ha la chance di guadagnarsi la conferma per il quadriennio. Farà un ottimo lavoro a livello tecnico. Credo che abbia riposto la sua fiducia, per quanto concerne il capitanato, su un’ottima persona. Bigi è riconosciuto per le doti umani, ed ha ottime capacità tecniche.
Tuttavia, sarà verosimilmente un Sei Nazioni molto molto difficile, in termini di meri risultati, anche alla luce del calendario. Ci saranno, però, diverse persone nuove, che inizieranno “ad alzare la mano” per imporsi, per fare vedere le qualità di cui dispongono. Ci sarà l’esigenza personale, da parte di molti, di mostrare di essere all’altezza della situazione, ed il collettivo ne gioverà.
Forse, quella in casa contro la Scozia può essere la vera partita decisiva del nostro torneo. Ma ci si deve provare sempre contro tutti. Pierre Berbizier, nel 2007, ci ha ripetuto innumerevoli volte che se tu giochi al tuo massimo e trovi di fronte a te una squadra più forte ma non al meglio, puoi sempre batterla. In quell’anno ci abbiamo creduto per davvero, ed i risultati si sono visti”.
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