Il tecnico dei piacentini racconta il suo modo di vedere la sfida salvezza fra le due neopromosse, con una battuta anche sulla nazionale
Gonzalo Garcia è il capo allenatore più giovane del Top 12. Nonostante i suoi 36 anni, sono quattro stagioni che va avanti la sua carriera. La sua prima sfida su una panchina italiana non è delle più facili: la neopromossa Lyons lo ha investito del compito di portare la squadra alla salvezza.
E’ una lotta furibonda, che si rinnoverà con uno scontro decisivo sabato 25 gennaio, quando alle 14:30 si scontreranno con il Colorno diretta concorrente, che in classifica li precede di due lunghezze.
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La sfida che vi contrappone a Colorno è estremamente importante per la vostra classifica. Come avete preparato la partita durante la settimana?
Come ogni altra partita. Ovviamente cercando di stare attenti al maggior numero di dettagli possibili. Però i ragazzi sono molto entusiasti, si sono preparati bene e sono carichi per domani.
Quali sono le principali minacce che vi attendono sul campo del Colorno?
Sicuramente loro hanno un pacchetto di mischia molto forte, sono forti in chiusa e con il drive da rimessa laterale. Hanno messo in difficoltà parecchie squadre con queste armi nel corso della stagione. Hanno comunque diversi punti di forza in giro per il campo. Il triangolo allargato è pericoloso, il mediano di apertura [Leonardo Mantelli] gioca bene con il piede, dobbiamo stare attenti e non lasciare niente al caso in nessun reparto e in nessuna zona del campo.
Come si gestisce dal punto di vista mentale e psicologico una stagione come quella che state affrontando, dove arrivano poche vittorie?
Io credo che vada gestita con tranquillità e con la consapevolezza che il lavoro che stiamo facendo va nella giusta direzione. Cerchiamo sempre di aggiustare quello che c’è da aggiustare, ma sempre con la fiducia che la strada percorsa sia quella buona. Poi per arrivare ai risultati ci sono tante altre cose che entrano in gioco, a volte non arrivano, a volte arrivano un po’ dopo rispetto al previsto. Bisogna stare tranquilli e continuare a lavorare ogni giorno più duramente di prima.
Quanto è decisiva questa partita, e quanto incide sul resto della stagione?
E’ una partita importante, uno scontro diretto dove tutte e due le squadre puntano a vincere e hanno bisogno di punti. L’importanza dell’incontro risiede nei numeri. Per la squadre che perderà domani, inoltre, sarà molto importante gestire psicologicamente tutti i giocatori. Dopo questa partita comunque nulla sarà scritto e niente sarà definito, il campionato è ancora lungo: mancano due partite alla fine del girone di andata e tutto il girone di ritorno. Ovviamente continuare a lasciare per strada delle opportunità di vittoria per noi è un peccato: abbiamo già lasciato punti nelle ultime tre partite, perse di pochissimo, che ci sono sfuggite per problemi nostri, per mancanza di accuratezza nei dettagli. Sarebbe un peccato perdere ancora una partita.
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Un’ultima domanda che esula dal contesto del Top 12. Quando sei stato al Benetton Rugby il tecnico della squadra era Franco Smith. Cosa ne pensi? Può essere l’uomo giusto per guidare la nazionale?
Franco è un grande studioso del gioco, un allenatore molto preparato. Secondo me può dare un qualcosa in più alla nazionale, anche perché ha allenato anche fuori dall’Italia, ha visto altri campionati. Credo sia un ottimo tecnico per la nazionale in questo momento.
Lorenzo Calamai
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