L’altra Europa: il Rugby Europe Championship 2020

Georgiani favoriti, ma può essere l’anno giusto per l’ascesa definitiva di Russia e Spagna

ph. Alberto Gardin/FER – Federation Espanola de Rugby

C’è un’altra Europa al di fuori del Sei Nazioni e al di fuori del racconto del rugby globale. Un’Europa che fatica ad arrivare sui palcoscenici più importanti e che lotta anche solo per arrivare a bussare alla porta delle federazioni più forti. E’ l’Europa del Rugby Europe Championship, una volta noto come Sei Nazioni B, che riparte sabato a mezzogiorno, ora italiana, per contendersi nuovamente la corona di prima tra le seconde forze del Vecchio Continente.

E’ un REC strano quello a cui potremo assistere a partire dal primo febbraio attraverso lo streaming gratuito offerto da rugbyeurope.eu. Quest’anno non ci sarà una qualificazione mondiale in ballo, ma nel contempo la Georgia sembra più vulnerabile di quanto accaduto da dieci anni a questa parte.

La spinta propulsiva del rugby georgiano sembra essere arrivata a un’aurea mediocritas difficile da scalfire, uno stallo che può portare più verosimilmente a un calo dei risultati piuttosto che a un mantenimento degli stessi.

Intanto, mentre la Romania prova a rilanciarsi dalla crisi di ricambio generazionale che l’ha pesantemente investita, salgono forte due potenziali nuove grandi: Spagna e Russia. A loro il compito di mettere in difficoltà i georgiani. Al Belgio, invece, il compito di lottare per la salvezza contro il neopromosso Portogallo, dove c’è un gruppo di giovani estremamente interessanti pronti a far fare il salto di categoria alla nazionale lusitana.

Russia v Spagna

Proprio le due squadre più interessanti del REC si trovano immediatamente di fronte nella prima giornata del torneo annuale. La Russia, reduce da un mondiale dove ha messo in luce pregevoli individualità, ospiterà l’incontro non nel consueto stadio di Sochi, ma nel Fisht Olympic Stadium, l’arena da quasi 50mila posti inaugurata durante i recenti mondiali di calcio.

La Russia si presenta con una formazione rimaneggiata, con qualche assenza di peso nel pack come quella del terza linea Tagir Gadzhev, infortunato. Ramil Gaysin viene preferito al centurione Yuri Kushnarev come mediano di apertura, mentre Vasili Artemyev mantiene il capitanato. Esordio per il poderoso seconda linea Egor Zykov, uno e novantasette per 120 kg, del Krasny Yar.

Santiago Santos, head coach della Spagna, ha spostato a numero 10 Brad Linklater, 28 caps, solitamente schierato ala o estremo. Fra le novità l’estremo John-Wessel Bell, equiparato che gioca nel VRAC, una delle due squadre di Valladolid, e che disputerà la sua seconda partita con la maglia degli iberici. I giocatori di maggior rilievo sono Gautier Gibouin, terza linea del Nevers in ProD2, e il mediano del Bayonne Guillaume Rouet. Solo in panchina Thierry Feuteu, il pilone acquistato quest’anno dallo Stade Français.

La Russia parte favorita soprattutto per motivi di esperienza e per il fattore campo, ma si tratta sicuramente dell’incontro più atteso della giornata. Calcio d’inizio alle 12:00 italiane.

Georgia v Romania

Duello classico fra le due potenze del rugby est-europeo. La Georgia ospiterà la Romania a Tbilisi, alla Dinamo Arena, senza troppi timori. Levan Maisashvili, l’attuale head coach ad interim dei Lelos dopo le dimissioni di Milton Haig, non ha portato sostanziali novità alla squadra. Visto che tanti giocatori militano in Francia, la nazionale ha addirittura affrontato il ritiro a Mandelieu, vicino a Nizza.

Nei 23 scelti per affrontare la Romania la fascia di capitano è affidata a Mikhail Nariashvili, il 29enne pilone del Montpellier. Fra i volti noti spiccano quelli di una terza linea di grande qualità composta da Otar Giorgadze, Giorgi Tsutskiridze e Beka Gorgadze, tutti peraltro classe 1996. Il secondo centro Davit Kacharava otterà il cap numero 120, mentre il più inesperto è il mediano di apertura Tedo Abzhandadze, classe 1999, con 11 presenze internazionali. Le due squadre di club più rappresentate nei 23 sono Montpellier e Brive, con tre giocatori ciascuna. In totale gli atleti che militano in Francia sono 13.

La Romania ha da poco incominciato a lavorare sotto l’egida del nuovo allenatore Andy Robinson, ex tecnico della nazionale inglese che pare sia stato segnalato alla federazione rumena direttamente da Bill Beaumont, presidente di World Rugby. Recentemente, infatti, la panchina della nazionale delle Querce è girata fra varie mani, con Thomas Lievremont che è arrivato e poi andato nel giro di pochi mesi.

Rispetto al recente passato, oggi quasi tutti i giocatori della nazionale militano in patria: dei 15 titolari per la partita con la Georgia, solo un giocatore non milita in Romania, ed è Alexandre Tarus, il pilone destro delle Zebre.

A Tbilisi ci sarà il debutto del terza linea dello Steaua Dragos Ser, mentre la fascia di capitano sarà per la prima volta al braccio del mediano di mischia Florin Surugiu, 82 caps.

Per la Romania la missione è quella di rinnovarsi e ricominciare a costruire sulle basi di una superiore esperienza diffusa rispetto a Russia e Spagna, e rimettersi in carreggiata al più presto per poter ambire a qualificarsi alla Rugby World Cup 2023. Difficile, però, che il cammino inizi proprio dalla Georgia.

Portogallo v Belgio

Per il Belgio arriva subito una partita da dentro o fuori, contro quella che è la rivale più concreta per l’ultimo posto del torneo, che comporta poi un playout per poter rimanere nella massima serie di Rugby Europe. Il Portogallo, risalito nel REC dopo anni di purgatorio nel Rugby Europe Trophy, ha la possibilità di affermare subito al sua crescita davanti al pubblico amico di Lisbona.

Ai lusitani mancheranno però i tre gioielli della under 20 che ha sfiorato la promozione al World Rugby under 20 Trophy lo scorso anno, Rodrigo Marta, Jeronimo Portela e Raffaele Storti. Marta, peraltro, fu anche il miglior marcatore di mete nel Rugby Europe Trophy 2019 per il Portogallo. Portela e Storti, invece, sono in Uruguay per l’avvio della Liga Sudamericana: giocheranno nel Penarol.

Il Portogallo, agli ordini dell’ex ala della Francia anni Ottanta Patrice Lagisquet, proverà allora ad affidarsi al talentuoso estremo Manuel Cardoso Pinto, grande contrattaccante dai brillanti step che al tecnico transalpino ricorda tanto Serge Blanco.

Il Belgio dovrà affidarsi alla forza del suo pacchetto di mischia, al quale spera di ancorarsi per riuscire a ottenere la maggior parte dei possessi, in modo da riuscire a non innescare i talenti dei portoghesi nel gioco al largo.

Lorenzo Calamai

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