Sei Nazioni 2020, Parisse: “Smith è una scelta giusta, per me. Penso di chiudere con l’Inghilterra”

In una lunga intervista a 7, il terza linea di Tolone ha affrontato diversi temi d’interesse, dal suo addio al nuovo corso di Franco Smith, tornando anche sul lascito di Conor O’Shea

Sergio Parisse e Jayden Hayward (Ph. Sebastiano Pessina)

Alla vigilia del primo Sei Nazioni che non lo vedrà coinvolto (almeno integralmente) con la Nazionale azzurra dopo oltre tre lustri, Sergio Parisse, storico capitano della selezione italiana, in una lunga intervista a 7, inserto settimanale del Corriere della Sera, ha affrontato diversi temi di grande interesse, a partire dalla sua ultima sfida internazionale, che verosimilmente andrà in scena a Roma, in chiusura di torneo, contro l’Inghilterra.

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“Franco Smith, con cui ho anche giocato due anni a Treviso, è venuto a trovarmi a Tolone, siamo d’accordo. Il 14 marzo, contro l’Inghilterra, penso sarà quello il giorno. Ho un desiderio: chiudere con la Nazionale all’Olimpico, a Roma, davanti al nostro pubblico, gli amici, i familiari”, ha spiegato il 36enne flanker dei Galacticos, il cui impatto con Tolone, dopo 14 stagioni allo Stade Francais, è stato di assoluto valore.

Il recente passato

L’era Conor O’Shea, chiusasi con la partita cancellata contro gli All Blacks al Mondiale nipponico (seguita dalla delusione del capitano azzurro per l’annullamento), ha portato in dote relativamente pochi frutti, facendo un’analisi meramente “risultatistica”, ma, stando alle parole di Parisse, ha lasciato un’eredità comunque importante. “O’Shea ha fatto un lavoro importante, ha migliorato la nostra organizzazione. È stato un c.t. che guardava oltre la Nazionale, ma non ha vinto. Penso a quattro partite che dovevamo e potevamo portare a casa: Tonga dopo la vittoria col Sudafrica, il primo test del tour in Giappone, la Scozia nel 2018 e la Francia un anno fa. Avessimo vinto quelle partite i giudizi sarebbero cambiati”, ha proseguito l’ex Benetton Rugby, prima di dare uno sguardo al futuro.

Il corso Smith

“Smith ci conosce, conosce i giocatori, parla italiano, tutte queste cose lo aiuteranno. Lui, poi, ha una visione diversa rispetto al lavoro fatto negli ultimi anni. Per me è una scelta giusta, se farà un buon Sei Nazioni resterà e sarà una buona cosa. Per riuscirci dovremo tornare al nostro dna, alla nostra tradizione. Siamo sempre stati una squadra fisica, magari poco spettacolare ma scomoda per tutti”, ha concluso Sergio Parisse, dedicando parole di sostegno a chi dovrà prendere il suo posto con la fascia da capitano e non solo. “Mi fido dei ragazzi che sono arrivati, e comunque nel gruppo sono rimasti giocatori con tanta esperienza. Ho parlato con i più giovani durante il Mondiale in Giappone. Gli ho detto: adesso arriva il vostro tempo, il tempo delle responsabilità”.

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