Piccola guida al Sei Nazioni under 20

Inizia stasera il torneo giovanile, come sempre ricco di temi interessanti, con un’Italia che vuole ergersi a protagonista della rassegna

ph. World Rugby

Alle 20:35 italiane di venerdì sera la nazionale italiana under 20 sarà di scena al Parc Eirias di Colwyn Bay per dare il via al proprio Sei Nazioni di categoria, anticipata di poco dal calcio d’inizio di Irlanda-Scozia a Cork. Sabato sera sarà invece la volta delle due big del torneo giovanile, Francia e Inghilterra, che apriranno il torneo allo Stade des Alpes di Grenoble.

Il Sei Nazioni under 20 di quest’anno mette di fronte squadra nazionali composte dai nati negli anni 2000 e 2001 e vede la Francia bicampione del mondo fronteggiare l’Inghilterra, squadra probabilmente favorita sulla carta, per il dominio della competizione. I rapporti di forza, però, sono mutevoli: l’anno passato un’Irlanda con una squadra globalmente di medio valore riuscì a trovare la coesione giusta per portare a casa il Grand Slam, e il fatto che quest’anno disputi tre partite in casa la rende un osso duro per qualsiasi avversaria.

L’Italia invece giocherà, come nel Torneo maggiore, solamente due partite da questa parte della Alpi: contro la Scozia a Reggio Emilia il 21 febbraio e contro l’Inghilterra a Verona il 15 marzo, a chiusura della competizione. Ciononostante, forse per la prima volta nell’ultima decade, ci sono aspettative di un certo livello sulla squadra di Fabio Roselli, chiamata ad affermarsi non solo nello scontro casalingo contro i giovani highlanders, ma anche a qualche colpo gobbo in trasferta: l’occasione buona potrebbe presentarsi già alla prima giornata.

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L’Italia

Lo abbiamo detto, e scritto, più di una volta negli ultimi anni, ma l’Italia under 20 di quest’anno ha un tasso di esperienza superiore al passato. La maggior parte degli atleti dell’anno trainante, il 2000, hanno già esperienza di Top 12: il capitano Paolo Garbisi gioca con estrema continuità nel Petrarca Padova, dov’è la prima scelta a numero 10; Jacopo Trulla e Federico Mori hanno accumulato un discreto ammontare di presenze con Calvisano, comparendo anche in Challenge Cup; Giulio Bertaccini ha segnato tre mete per il Valorugby in sette presenze; Filippo Alongi ha ottenuto qualche minuto con il Benetton all’inizio della stagione prima di tornare a Mogliano.

Fra i nati 2001 ci sono invece alcuni atleti di ottima prospettiva in grado di ottenere già una maglia da titolare, come la seconda linea Riccardo Favretto (3 presenze con il Mogliano in stagione, invitato alla preparazione del Benetton a inizio annata), profilo raro per i ranghi azzurri raggiungendo i due metri di altezza per cento chili di peso, e il terza centro Lorenzo Cannone, fratello minore del seconda linea, quest’anno in forza all’Accademia Nazionale e protagonista della vittoria di Napoli sulla Francia.

Anche fra gli atleti meno noti la qualità è diffusa: Gianmarco Lucchesi (2000) e Matteo Baldelli (2001) sono entrambi valide alternative nel ruolo di tallonatore; Manfredi Albanese (2001) è un mediano di mischia che ha già ottenuto 16 presenze in Top 12 nel corso delle ultime due stagioni con la Lazio; Manuel Zuliani (2000) è un flanker con fisico e tanta benzina nel serbatoio.

La qualità è diffusa e, come detto, per la prima volta c’è una certa quantità di aspettative su questa formazione, che sarà anche la nazionale ospite al mondiale di categoria della prossima estate. L’obiettivo dovrebbe essere replicare il Sei Nazioni di due anni fa, battendo il Galles a Colwyn Bay e la Scozia in casa. L’appetito, in ogni caso, vien mangiando.

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Le concorrenti degli Azzurri

L’Irlanda è un po’ la wild card di questo Sei Nazioni under 20. Viene dal Grande Slam dello scorso anno, arrivato un po’ a sorpresa, e infatti nella prima giornata contro la Scozia ripresenta diversi giocatori vincitori del torneo dello scorso anno, soprattutto nel pacchetto di mischia.

Attenzione a Thomas Ahern, classe 2000, seconda linea di due metri dall’atletismo stupefacente per le sue misure. Il capitano degli irlandesi David McCann è un altro profilo di ottimo rilievo, che si allena stabilmente con la prima squadra di Ulster e non tarderà a debuttare in Pro14. Fra i trequarti, occhio al rapido e brillante mediano di mischia che cresce a Belfast, Lewis Finley, e all’ala di Leinster Andrew Smith.

L’obiettivo dell’Irlanda è il terzo posto. Rispetto allo scorso anno il loro valore sembra essere leggermente sceso, e d’altronde anche la loro vittoria fu una sorpresa rispetto a quello che pareva il livello generale della formazione.

La Scozia invece parte da favorita per il sesto posto, dopo essere arrivata ultima lo scorso anno ed essere retrocessa dal World Rugby under 20 Championship. Le sole due partite casalinghe contro Francia e Inghilterra configurano un calendario che non faciliterà il compito al nuovo tecnico Sean Lineen.

I due talenti più brillanti delle squadra sono il mediano di apertura Nathan Chamberlain, che studia ad Hartpury ma è già sotto contratto con i Bristol Bears, e il capitano Connor Boyle, terza linea capace di segnare tre mete nel fallimentare Sei Nazioni under 20 dello scorso anno.

I primi avversari degli Azzurrini saranno i gallesi: la squadra presenta diversi giocatori che si sono già distinti durante lo scorso anno, dove il Galles ha ben figurato soprattutto al mondiale giovanile. Contro l’Italia, però, la formazione scelta da coach Gareth Williams ha poche somiglianze con quella che travolse gli Azzurri per 42-12 nello scorso Sei Nazioni: solo tre giocatori del XV titolare saranno presenti venerdì sera, fra cui il capitano Jac Morgan.

Mancherà anche la stellina di questa under 20 gallese, l’apertura Ioan Lloyd dei Bristol Bears, un classe 2001 con già cinque presenze e due mete in Premiership. Al suo posto, un altro talento con il numero 10, Sam Costelow, di stanza ai Leicester Tigers ma a quanto pare destinato ad un futuro agli Scarlets.

Le favorite

Comincia con lo scontro fra le due favorite, per misurare immediatamente le forze, il torneo giovanile di quest’anno, il cui calendario ricalca quello dei colleghi più grandi.

L’Inghilterra parte probabilmente un gradino più in basso, fosse anche per la differenza di risultati raggiunti recentemente. Li guiderà Sam Maunder degli Exeter Chiefs, da non confondere con il fratello Jack, di tre anni più vecchio e che gioca nello stesso ruolo, mediano di mischia. Le stelle più brillanti della squadra sono Manu Vunipola, che nelle sue 11 presenze quest’anno ha dimostrato di valere già ampiamente il livello della Premiership, e Josh Hodge, giovane estremo dei Newcastle Falcons chiamato da Eddie Jones come apprendista con la nazionale maggiore e poi dirottato con la giovanile. Entrambi si ripresentano al secondo anno di under 20 con tanta esperienza in più sulle spalle.

Esperienza che non manca anche ai transalpini, che sono guidati dalla loro stella Jordan Joseph, esplosivo e gigantesco numero 8 al terzo anno di militanza in under 20, essendo stato schierato per la prima volta a diciassette anni contro avversari di uno o due anni più grandi. Joseph è stato protagonista di entrambi i titoli mondiali vinti dalla Francia.

Al suo fianco gioca un altro dei giovani più interessanti, Matthias Haddad, un classe 2001 anch’egli portato in under-20 con un anno di anticipo, vincitore del mondiale lo scorso anno. Placcatore indefesso con un fisico imponente, vestirà la maglia numero 7 nella prima partita del torneo.

L’abitudine di investire su alcuni profili under 18 non è andata perduta in questa stagione: il mediano di mischia Nolann Le Garrecc è un classe 2002 e debutterà nel Sei Nazioni under 20 contro l’Inghilterra. Accanto a lui il lionese Joris Moura, visto esordire con la prima squadra in Champions Cup contro il Leinster.

Il Le Crunch dei giovani deciderà gran parte di questo torneo: il vincitore potrà provare a portarsi a casa il Grande Slam.

Lorenzo Calamai

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