Sei Nazioni 2020: L’Inghilterra batte la Scozia e il maltempo

Finisce 6-13. Partita brutta in cui grossolani errori e maltempo sono stati i protagonisti.

ph. On Rugby

EDIMBURGO – La tempesta Ciara, puntuale, arriva a colpire la capitale scozzese a ridosso del calcio d’inizio – ma il vento, forte e gelido, batte Edimburgo da ieri pomeriggio. Il terreno di gioco ibrido del BT Murrayfield non presenta però nessun tipo di problema e quando il drop di Stuart Hogg, alla sua prima da capitano alla Highland Cathedral, dà il via al match, solo la pioggia (leggera ma costante) crea problemi ai trenta in campo.

È gara verissima fin dai primi secondi, con la Scozia che parte galvanizzata dalla passione del pubblico amico, prima che Itoje, con un furbo intervento al breakdown, interrompa l’avanzata dei padroni di casa – costretti poi al fallo. Da qui in poi, è un monologo dei Bianchi che si accampano nella metà campo scozzese per più di cinque minuti, sprecando all’8′ la prima vera occasione di mettere punti a referto (quando Farrell decide di calciare contro-vento e non trova i pali) ma passando avanti (0-3) al 10′, sempre col piede del capitano (e ancora a punire una scorrettezza di Cummings al breakdown, la seconda consecutiva).

La Scozia si scuote e riesce a tornare nei 22m inglesi con una penal’touche (placcaggio alto di Kruis), ma il lancio è impreciso e l’occasione sfuma. Come settimana scorsa a Dublino, l’esecuzione delle touche non sta aiutando i Dark Blues ma Hogg continua a dare fiducia a Fraser Brown e ai suoi avanti, calciando per ben tre volte in rimessa laterale altrettante punizioni concesse dagli ospiti.

La prima mischia arriva al 16′, sui 5m inglesi (dopo un in-avanti scozzese che ha interrotto sul nascere una maul potenzialmente pericolosa); dopo un reset, il pack in bianco si prende un calcio libero e Ford ricaccia i padroni di casa sui 10m.

I Dark Blues continuano a faticare ad avanzare e, quando lo fanno, riescono a guadagnare metri solo con grande sforzo. L’Inghilterra, invece, sembra più compassata e tranquilla; al 27′ Farrell sbaglia il secondo calcio di giornata dopo che Hogg, recuperato l’ovale nei propri 22m, era stato costretto al tenuto dopo essersi fatto imbragare da tre avversari.

Al 34′ Hogg non trova la touche (errore piuttosto grave, questo, dell’estremo scozzese che oggi non è ancora entrato in partita) e nel ribaltamento di fronte la Rosa guadagna una punizione al breakdown, andando a sua volta in touche. La rimessa inglese, finora piuttosto buona, va però in tilt (lancio storto, molto probabilmente anche a causa dell’imprevedibile vento, con raffiche fino a 40kmh).

Ford al 39′ prova un drop che termina di poco a lato, a trenta secondi dalla fine Brown e Price pasticciano ancora in rimessa laterale (quando il tallonatore serve il mediano che era oltre i 5m) e a tempo scaduto il pack scozzese guadagna un calcio libero. Si gioca fino al 42′ ma non succede nulla e le squadre possono così andare a riposo sullo 0-3, al termine di un primo tempo noioso e tutt’altro che entusiasmante.

I primi due minuti della ripresa sono già più divertenti di tutta la prima frazione; prima Ali Price rischia tantissimo, facendosi murare un calcio dal box sui propri 5m, poi è Sutherland a trovare un varco nella difesa inglese avanzando fino nei 22m avversari dove, dopo qualche fase, arriva un calcio di punizione che Hogg calcia ancora in touche.

Stavolta Brown e Cummings si capiscono, la Scozia tiene il possesso e dopo qualche fase l’Inghilterra concede un calcio di punizione; Hogg si consulta con Gauzere prima di indicare i pali, Hastings si incarica del calcio e non sbaglia e al 45′ le squadre sono di nuovo in parità (3-3).

L’Inghilterra va in confusione (nonostante la Scozia sbagli l’ennesima touche) e May deve calciare sugli spalti un ovale reso pericoloso dal calcetto di Kinghorn e dalla pioggia. La difesa in bianco viene messa ancora sotto enorme pressione dall’avanzata scozzese ma riesce a rallentare l’ovale al breakdown, impedendo ai Dark Blues di innescare i propri trequarti.

Al 52′ Townsend toglie Brown per McInally ma il primo lancio del tallonatore di Edinburgh Rugby è subito sballato, segno che oggi non è giornata per la touche scozzese, chiunque siano gli interpreti. Un minuto più tardi, Willi Heinz calcola male il calcio di avanzamento, regalando una nuova rimessa laterale alla Scozia da cui, però, non nasce nulla.

Townsend toglie Jones (oggi piuttosto incolore) e Cummings inserendo, rispettivamente, Harris e Toolis (poco prima la Rosa aveva inserito Lawes, uno dei bocciati dopo la gara di Parigi). Ford al 57′ sbaglia un altro calcio di avanzamento spedendo l’ovale direttamente oltre la linea, la Scozia sbaglia un’altra rimessa, Maitland perde l’ovale in-avanti su un furbo up-and-under di Hastings, Daly sbaglia il calcio di liberazione regalando un’altra rimessa alla Scozia – che viene, puntualmente, sbagliata.

La cronaca degli ultimi tre minuti è quella di una gara tra due squadre in confusione, imprecise oltre il lecito a questi livelli, che non sembrano avere una chiara idea di come spezzare la noiosa inerzia che si sono costruite attorno in un’ora di gioco.

Al 64′ il pack inglese conquista una punizione in mischia chiusa, a metà strada tra i 22m e 10m scozzesi, che Owen Farrell sceglie di calciare; il capitano spedisce però l’ovale di nuovo a lato dei pali, prima che la Scozia perda, di nuovo, il possesso per un in-avanti.

Al 68′ il cuore dei tifosi scozzesi si ferma, quando Hogg (ancora lui) per poco non regala una meta all’Inghilterra scivolando sulla propria linea di meta; l’estremo scozzese è però fortunato perchè, cadendo e pur pasticciando, riesce a schiacciare l’ovale in area di meta, vanificando l’intervento avversario. Gauzere si consulta col TMO prima di concedere mischia sui 5m all’Inghilterra; stavolta i Bianchi, dopo qualche fase, vanno fino in fondo e trovano la meta con Genge. Farrell stavolta trasforma e, con poco più di dieci minuti ancora da giocare, gli ospiti mettono le mani sulla Calcutta Cup (3-13).

Al 78′ Hastings ha i nervi saldi e spedisce l’ovale tra i pali (punizione concessa al breakdown) e la Scozia tiene viva una disperata speranza di pareggiare la gara, ma i continui errori, i continui calci di avanzamento contro-vento e le troppe sbavature impediscono ai Dark Blues di riprendersi.

Finisce 6-13, l’Inghilterra si riporta a Twickenham la Calcutta Cup dopo due anni, per la Scozia inizia oggi un altro, profondo periodo di riflessione.

 

Scozia: 15. Stuart Hogg (C) 14. Sean Maitland 13. Huw Jones 12. Sam Johnson 11. Blair Kinghorn 10. Adam Hastings 9. Ali Price 1. Rory Sutherland 2. Fraser Brown 3. Zander Fagerson 4. Scott Cummings 5. Jonny Gray 6. Jamie Ritchie 7. Hamish Watson 8. Magnus Bradbury
A disposizione:16. Stuart McInally 17. Allan Dell 18. Simon Berghan 19. Ben Toolis 20. Nick Haining 21. George Horne 22. Rory Hutchinson 23. Chris Harris

Marcatori Scozia
Mete:
Trasformazioni:
Punizioni: Hastings (45′, 78′)

Inghilterra: 15 George Furbank 14 Jonny May 13 Jonathan Joseph 12 Owen Farrell (C) 11 Elliot Daly 10 George Ford 9 Willi Heinz 1 Mako Vunipola 2 Jamie George 3 Kyle Sinckler 4 Maro Itoje 5 George Kruis 6 Lewis Ludlam 7 Sam Underhill 8 Tom Curry
A disposizione:16 Tom Dunn 17 Ellis Genge 18 Will Stuart 19 Joe Launchbury 20 Courtney Lawes 21 Ben Earl 22 Ben Youngs 23 Ollie Devoto

Marcatori Inghilterra
Mete: Genge (70′)
Trasformazioni: Farrell (70′)
Punizioni: Farrell (10′, 76′)

Matteo Mangiarotti

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