Il numero 10 scozzese ha rotto il silenzio in un’intervista a ‘The Sunday Times’, spiegando il suo punto di vista sulla faccenda che l’ha visto coinvolto
Dopo un paio di settimane di silenzio, per certi versi assordante, Finn Russell, in una lunga intervista al ‘The Sunday Times’, ha affrontato per la prima volta la questione legata al suo allontanamento dal ritiro di Edimburgo, dando uno sguardo dal proprio punto di vista.
“Nonostante abbiamo lavorato assieme per otto anni, non posso dire di aver mai realmente conosciuto Gregor Townsend. Non abbiamo una relazione personale, a differenza, ad esempio, di come succede con il club, a Parigi, dove posso parlare con i coach, e con il direttore sportivo, delle più svariate situazioni. A differenza anche di come era il rapporto con Vern Cotter”, ha esordito Russell, spiegando il rapporto complesso con il coach.
“Quando ci si allena, ovviamente, loro sono o erano i miei coach, ma fuori dal campo era possibile instaurare un tipo di relazione simile a quella che hai con gli amici e con la famiglia. Ti trattano/trattavano come un adulto, anche capendo le tue esigenze, e anche sottolineando i tuoi errori, ma sempre con rispetto della persona”, ha proseguito il numero 10 del Racing 92, prima di dettagliare meglio la situazione che ne ha portato all’allontanamento.
“La situazione è stata presentata come una questione legata al mio desiderio di bere un drink in più, quando in realtà è una cosa ben più profonda, che ha a che fare con il rispetto e la fiducia tra esseri umani, dentro e fuori dal campo. Quando sono arrivato in ritiro, avendo giocato il giorno stesso, dopo aver bevuto un paio di birre a cena, volevo semplicemente bere una birra in più. Non ci vedevo nulla di male, ma non sapevo che il giorno prima era stato fissato a due il numero massimo di birre a serata. Ad ogni modo, pensavo che questa cosa potesse non rappresentare un tale problema”, ha chiarito Russell, tornando poi sulle sue sensazioni in generale, nei confronti dell’impegno con la nazionale. Un capitolo che, con Townsend alla guida, però, sembra piuttosto compromesso.
“Voglio il meglio per la Scozia e quindi ho messo in dubbio l’ambiente, ma per cercare di migliorarlo. Noi (Russell e Townsend, ndr) ci siamo scontrati parecchio: lui diceva una cosa e io ne dicevo un’altra. Non è stata esattamente una relazione. La cosa che ho detto ad Ali [Price, il suo caro amico ed ex coinquilino] è stata: ‘assicurati che i ragazzi sappiano che non ho nulla contro di loro. Non sto voltando le spalle al mio paese o alla squadra, questa è una cosa personale tra me e Gregor. Voglio stare con loro. Ma proprio ora non è davvero possibile per me essere coinvolto con il team’. Devo fare ciò che mi rende felice e mi fa giocare al mio miglior livello”, ha concluso il talentuoso trequarti.
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