Una breve analisi dell’ex Racing sull’avvio del torneo e sull’impatto di alcuni singoli azzurri
Andrea Masi, ex stella della Nazionale azzurra, ed attuale coach dell’accademy dei Wasps, negli ultimi giorni sulla ribalta delle cronache social anche per la questione legata al test di cultura inglese per l’ottenimento del passaporto UK, ha analizzato brevemente, in nostra compagnia, l’inizio di Sei Nazioni azzurro.
Andrea, anche se è ancora oggettivamente troppo presto per fare un’analisi di un certo tipo, che Italia hai visto sin qui nel Sei Nazioni 2020?
“Dopo una prima partita in Galles, che abbiamo vissuto oggettivamente tra tante difficoltà, soprattutto sui punti d’incontro, contro i transalpini l’Italia mi è piaciuta molto: fisica, reattiva, propositiva e con la capacità di restare sempre dentro la partita, anche nei momenti in cui la Francia sembrava poter scappare. Sicuramente è presto per fare un bilancio, ma relativamente alla sfida dello Stade de France sono abbastanza soddisfatto per quanto visto”.
Cosa ti aspetti dalla sfida contro la Scozia, senza dubbio la più attesa dell’intero torneo azzurro?
“Mi spaventa la pressione mentale che la squadra può mettersi addosso per questa partita, perché è chiaro che c’è un poco di negatività nell’ambiente, ed un poco di pressione per il risultato. Quella, allo stato attuale, è l’ultima cosa che devono fare: caricarsi ulteriore pressione addosso. Se si guarda all’età media della squadra e dei leader di questo team, si nota come siano ragazzi piuttosto giovani, che non si sono trovati molto spesso a vivere pressioni del genere. Per quanto concerne gli aspetti tecnici, ed i valori generali sul campo, contro la Scozia ce la possiamo giocare. Si tratta di una partita che possiamo portare a casa”.
Analizzando le prestazione dei singoli, cosa puoi dire dei due ragazzi che hanno giocato nei “tuoi” ruoli?
“Mi è piaciuto molto Carlo Canna in quella posizione. così come l’idea di utilizzare secondo playmaker, perché togli responsabilità e pressione dall’apertura. Nonostante non avesse mai giocato in quella posizione, credo abbia fatto molto bene in entrambe le partite, anche e soprattutto in difesa, dove ha lavorato in maniera estremamente dura”.
E di Minozzi…
“Quella contro la Francia è stata la sua miglior partita degli ultimi tempi. Ma ha ancora un grosso margine di miglioramento. Matteo è un ragazzo con un talento incredibile, unico. Secondo me può far vedere cose ancora migliori di quelle che ha messo in mostra sino ad ora.
Nel tempo, con le sue qualità potrà battere ancor più difensori. Attualmente tocca tra i 7 e i 10 palloni: se riuscirà a passare ad un numero tra i 15 ed i 20 ovali per match, diventerà un rompicapo ancor più difficile da gestire, di quanto già non lo sia, per qualsiasi difesa. Peraltro, può salire di colpi ancora, sia fisicamente che nel gioco al piede, tanto per capirne fino in fondo le potenzialità”.
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