Corsi e ricorsi storici in un pezzo di storia relativo ai calci piazzati dalla lunga distanza nel mondo ovale
Negli ultimi giorni, si è parlato moltissimo del calcio mandato a bersaglio da Jordie Barrett nella sfida tra Jaguares ed Hurricanes. Particolarità dell’esecuzione del fuoriclasse neozelandese? La distanza. La piazzola, allo Stadio Jose Amalfitani di Buenos Aires, era situata a 63 metri dai pali. Un unicum? Non di certo se si parla di calciatori che hanno a che fare con la Nuova Zelanda (e i suoi avversari).
Con un’ideale macchina del tempo infatti spostiamo le lancette al 13 luglio 1968, quando a sfidarsi nel primo di una serie di tre Test Match furono gli All Blacks e la Francia. I “Galletti”, allora campioni del Cinque Nazioni, fecero visita agli oceanici in quel del Lancaster Park di Christchurch sfidandoli in una partita piena zeppa di giocatori importanti. Il match è tirato e va verso la sua fine quando a pochi giri di lancette dal termine alla Francia viene accordata una punizione da 64m: tutti si aspettano una ripartenza tramite touche o con una palla giocata alla mano, ma non va così. L’estremo Pierre Villepreux infatti si fa recapitare il pallone volendolo indirizzare verso i pali. In campo e sulle tribune c’è stupore. Il pubblico non crede ai suoi occhi, tanto che all’inizio si pensa sia uno scherzo: “Non capivamo – afferma Grahame Thorne, ex All Black che quel giorno era in campo – qualcuno di noi parlò addirittura con la gente in tribuna pensando ad una burla, poi però Villepreux ha calciato e la palla è partita nel cielo come se navigasse verso i pali”. I 55.749 spettatori rimasero catturati da un gesto inaspettato, reso ancora più difficile dalla superficie infangata del terreno di gioco. Per qualche secondo il silenzio si mischiò agli applausi, in un mix di sensazioni inspiegabili. Per la cronaca quelli erano i punti del 9-9, che però non servirono ai Bleus per fare risultato dato che il match si concluse sul 12-9 a favore dei neozelandesi.
Il giorno dopo sulle pagine dei giornali locali pochi diedero risalto al risultato. A fare notizia fu quel clamoroso calcio.
“Dov’è finita la palla calciata dall’estremo francese?”, si chiedeva qualcuno, oppure “Abbiamo visto il pallone atterrare tra la folla”, affermavano altri.
La news del calcio da 64m si sparse in tutta la Nuova Zelanda tanto che nelle successive partite, giocate a Wellington e Auckland, in tanti vennero per osservare Villepreux provare a ripetersi ma – come spesso accade in queste cose – non si verificarono nè le condizioni nè la precisione del calciatore.
Qualche anno dopo il giocatore d’Oltralpe (oggi 76enne e facente parte della Hall of Fame di World Rugby) terminò la sua carriera agonistica diventando un allenatore. Fra i suoi trascorsi vi sono il periodo da head coach sulle panchine della nazionale azzurra (1978-1981), del Tolosa (82-89) del Benetton Treviso (90-92) e della nazionale francese da allenatore in seconda (95-99), con la quale riuscì a prendersi la sua rivincita personale sulla Nuova Zelanda ai Mondiali del 1999 battendola nella semifinale iridata.
Il video calcio di Pierre Villepreux
Il video calcio di Jordie Barrett
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