Meta importante per sé stesso e per gli Exeter Chiefs del capitano della Scozia, in campo anche nel weekend di stop del Sei Nazioni
Slow Motion è la rubrica di OnRugby che ogni settimana racconta la meta più bella del weekend, nei minimi particolari, corredata dal video. Il fanatico ovale la segue così: prima se la guarda tutta, e poi torna indietro a leggere paragrafo per paragrafo, alternando il tasto play a quello pausa. Qui la scorsa puntata. Buon divertimento.
Dopo la sconfitta della Scozia contro l’Irlanda, qualcuno ha detto che Finn Russell ha lasciato il ritiro per paura che la birra al tavolo gliela portasse Stuart Hogg, la cui presa difettosa del pallone è rimbalzata su tutti gli schermi d’Oltremanica.
Un errore grave, quello della mancata marcatura, che il numero 15 e neocapitano della nazionale scozzese ha ripetuto 7 giorni più tardi a Murrayfield, quando il suo cincischiare per annullare il pallone in area di meta sotto il diluvio per poco non gli costa la beffa dell’immediata segnatura di Farrell, e comunque fornisce agli inglesi l’occasione per marcare i 7 punti che hanno deciso l’incontro.
Attenzione, però: perché Hogg è tutt’altro che un giocatore in crisi, e lo ha dimostrato nel fine settimana, tornato a calcare i campi della Premiership con la maglia degli Exeter Chiefs.
Una meta semplice e perfetta quella segnata dall’estremo scozzese, che riceve palla dalla sua ala dopo un lungo calcio del Gloucester, avversario di giornata. Hogg osserva la situazione e individua una falla nella salita della linea difensiva, che è un po’ stretta sul versante sinistro, quello opposto alla zona del calcio.
Il 15 dei Chiefs accelera, deborda ed evita l’intervento del seconda linea avversario Slater, quindi fissa il centro avversario, il quale non ha altra scelta se non attendere il passaggio prima di scalare, visto che al suo interno è rimasto solo Fraser Balmain, il pesante pilone destro. Qui, poi, c’è il pezzo di bravura vero e proprio di Hogg, che invece di smettere di correre e tornare profondo rispetto a Sam Simmonds, che adesso ha il pallone, continua a correre davanti al compagno.
Una linea di corsa preveggente che gli consente di presentarsi quindi puntuale all’appuntamento con l’offload interno di Simmonds, avendo già battuto la concorrenza degli eventuali difensori rientranti. A questo punto nessuno può più niente e Hogg può involarsi oltre la linea.
Prima di tuffarsi in mezzo ai pali, lo scozzese stringe forte il pallone a due mani: stavolta non me lo lascio scappare. Sorride al pubblico, striscia sul prato bagnato, esulta. Azzurri, attenti.
Lorenzo Calamai
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