Sei Nazioni 2020, Italia: le parole di Bram Steyn e Giovanni Licata sul k.o. con la Scozia

Le due terze linee hanno analizzato la sconfitta azzurra nell’immediato post partita

Sei Nazioni 2020: Bram Steyn Nazionale italiana Rugby

Sei Nazioni 2020, Bram Steyn -ph. Sebastiano Pessina

ROMA – La sconfitta maturata ieri dall’Italia contro la Scozia lascia parecchio amaro in bocca. La sensazione, alla vigilia della partita, era quella che, tra le mura amiche dell’Olimpico, gli Azzurri potessero avere la meglio contro una squadra sicuramente più forte, ma alla loro portata, spezzando così la lunghissima serie di risultati negativi nel 6 Nazioni (25, ora le sconfitte consecutive). Tutto spazzato via da un pomeriggio deficitario su più fronti.

Nonostante la partita sia rimasta aperta in termini di risultato fino agli ultimi due minuti, quando Hastings, nell’unico vero momento di cinismo del suo non straordinario match, ha approfittato della distrazione della difesa azzurra per scrivere il definitivo 17-0, gli azzurri di Franco Smith non hanno mai realmente dato l’idea di poter vincere la gara. Gli italiani hanno avuto più volte modo di marcare punti, ma al momento decisivo non sono mai riusciti a concretizzare. Chance passate per numerose situazioni di gioco rotto, più o meno fortuite, che però non hanno trovato capitalizzazione per mancanza di sostegni oltre la seconda e terza linea di difesa scozzese, per troppa frenesia e per l’ottimo lavoro che gli ospiti hanno compiuto nei punti d’incontro.

Nel post gara, in compagnia di Abraham Steyn, tra i migliori sul fronte azzurro, abbiamo affrontato nel dettaglio l’aspetto realizzativo, piuttosto carente, soprattutto se rapportato al numero di potenziali occasioni generate. “Quello che è mancato è stata la precisione nell’esecuzione, che non ci ha permesso di finalizzare le occasioni prodotte, peraltro in maggior numero rispetto alle partite scorse”, ha esordito il numero 8 classe ’92, prima di sottolineare un altro aspetto cruciale, venuto meno, anche rispetto alla trasferta parigina.

“Sono mancate anche aggressività e cattiveria, ingredienti fondamentali che avrebbero potuto cambiare la rotta del match”, ha spiegato, piuttosto deluso, l’avanti ex Mogliano, proiettandosi già alla complicatissima sfida di Dublino, dove non potrà mancare il desiderio combattere per tutti gli 80′.

Ha ripreso il rapporto “occasioni create-punti realizzati” anche Giovanni Licata. “Nei prossimi giorni, attraverso un’analisi dettagliata, cercheremo di capire se questi problemi realizzativi sono riconducibili a limiti tecnici o a fattori mentali. Non è facile instillare nel team il DNA che la squadra sta ricercando, basato su un work rate che sicuramente richiede tanto lavoro, specialmente ai primi cinque uomini i quali, in una partita dura come quella di ieri, hanno faticato molto sul punto d’incontro”, ha chiarito il terza linea siciliano.

Diversi dunque gli aspetti sui quali lavorare per gli Azzurri, alla terza partita della nuova direzione tecnica, che nel prossimo turno andranno a far visita ad una concretissima, anche se non brillante, Irlanda ancora in corsa per il titolo. Non basterà non tirarsi indietro, a Dublino servirà il carattere e la foga mancati ieri.

Lorenzo Montemauri

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