Come sono le quotazioni dei singoli azzurri, in vista dell’Irlanda?
Franco Smith ha ufficializzato quest’oggi i 30 azzurri che prepareranno la complessa trasferta di Dublino, il prossimo 7 marzo, al cospetto di un’Irlanda ferita dal duro k.o. di Twickenham contro l’Inghilterra. Se lo stato di salute collettivo (che analizzeremo nel dettaglio nei prossimi giorni) del team a disposizione del coach sudafricano non può essere, per forza di cose, eccezionale, alla luce del k.o. dell’Olimpico, diamo uno sguardo a come gli azzurri arrivano, in termini di singoli
Chi sale
Jake Polledri: il terza linea di Gloucester ha dovuto cantare e portare la croce, in un reparto in cui, seppur sempre consistenti, Negri e Steyn appaiono anche fisiologicamente meno brillanti rispetto alla scorsa stagione. Gli si è chiesto sin troppo, probabilmente, al punto da portarlo all’errore in un paio di occasioni (come l’off-load forzato, nelle mani scozzesi, da cui si genera la prima meta del match, o la scelta di non giocare un 5 contro 2 al largo, al 52′). Sbavature pesanti, ma non in grado di inficiare la valutazione complessiva sulla sua ottima partita, caratterizzata da un lavoro encomiabile, sia in attacco (13 corse – per 73 metri palla in mano, 4 uomini battuti) che in difesa (15 placcaggi effettuati con il 92% di efficacia), senza dimenticare l’apporto di peso sui punti d’incontro.
Mattia Bellini: Il triangolo allargato, questo giro con la figura apicale di un ispirato Mattia Bellini – che ha dato seguito alla promessa sotto forma di meta lasciata in dote a Parigi -, ha confermato l’ottimo stato di salute emerso già allo Stade de France. Vicino ad Hayward e Minozzi, a loro volta meritevoli di menzione, il trequarti delle Zebre Rugby si è rivelato una costante minaccia – se attivato con perizia – per la difesa ospite ed ha infiammato l’Olimpico almeno in due occasioni, dimostrando di poter veleggiare con grande costrutto nel mare del gioco rotto.
Chi è stabile
Giovanni Licata: Nuova partita, nuovo impatto di grande spessore nella ripresa per il terza linea zebrato. Tanto elegante, quanto efficace, il ragazzo siciliano sta confermando anche in azzurro lo strabiliante momento di forma con i multicolor, riuscendo a portare anche sulla lussuosa arena internazionale le proprie qualità. Tra off-load giocati sempre con costrutto e perizia, cariche palla in mano ficcanti ed un ottimo lavoro nel breakdown, l’ipotesi di una maglia da titolare (benché le sue doti da impact player siano molto apprezzate dallo staff, ndr) per il flanker classe ’97 è sempre meno peregrina.
Chi scende
Luca Morisi: spesso tra i migliori in campo negli ultimi tempi in azzurro, il talentuoso centro milanese non ha festeggiato il compleanno nel modo migliore, nella giornata di sabato. All’Olimpico, infatti, si è presentata una versione depotenziata del trequarti del Benetton Rugby, mai efficace in attacco, stranamente indeciso sulla giocata da effettuare (finendo per isolarsi in maniera letale in un paio di occasioni), in grossa difficoltà, non solo per demeriti propri, in difesa, dove, peraltro, ha mancato 4 placcaggi (su 14), apparendo, anche qui, carente su alcune letture non impossibili. Insomma, torneranno giorni migliori per il neo 29enne.
Giosuè Zilocchi: reduce da due partite positive contro Galles e Francia, il pilone destro delle Zebre Rugby ha ribadito di poter essere un valore aggiunto nel gioco aperto, ma è incappato in una prima mezzora molto complicata in mischia chiusa, dove Rory Sutherland, numero 1 scozzese, lo ha messo oltremodo in difficoltà, portandolo a concedere ben tre calci di punizione e costringendo Franco Smith ad un cambio rapido (al 30′) con Marco Riccioni, per dare nuovamente stabilità ad una fase di conquista tanto delicata.
Regia: una partita difficile, da qualsiasi punto la si voglia guardare, quella di sabato per tutti i mediani azzurri coinvolti nella contesa, titolari o partiti dalla panchina, 9 o 10, non fa differenza.
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