L’head coach della Nuova Zelanda fra recente passato e futuro e alcune riflessioni sul gruppo di giocatori che verrà
Da quando è stato nominato head coach degli All Blacks non ha avuto ancora la chance di far vedere quali sono le sue idee per il futuro della Nuova Zelanda ovala, eppure Ian Foster freme al pensiero dei Test Match di luglio quando i suoi “TuttiNeri” ripartiranno nel cammino post Rugby World Cup 2019.
Intervistato da Le Figaro, il coach si è così espresso su determinati punti: “Il Mondiale dovrebbe essere alle spalle, anche se personalmente mi fa ancora male pensarci. Oggi dobbiamo ripartire da basi solide. Abbiamo tempo sino al 4 luglio (data del primo confronto estivo col Galles, ndr) per lavorare e costruire: capisco l’onere della scelta, ma penso più all’entusiasmo che alla pressione di essere su questa panchina. Oggi non siamo più i numero uno e fa male, ma dobbiamo ritrovare i nostri standard”.
Sul gruppo di giocatori da cui ripartire, poi dichiara: “Tanti veterani sono andati via e la loro assenza, in termini di leadership, si farà sentire. Ma altri sono pronti a prendere il loro posto e poi mi auguro che in questo quadriennio qualcuno dal Super Rugby possa venire fuori”.
La questione mediani d’apertura/estremi: “Tutti vorrebbero avere due giocatori come Beauden Barrett e Richie Mo’unga, ma al momento non abbiamo un’idea fissa in testa anche perchè vorremmo valutare Damian Mckenzie e Jordie Barrett, senza dimenticare un elemento come Aaron Cruden, di cui ci fa piacere il ritorno nel Super Rugby”.
Il Sudafrica nel Sei Nazioni? “Non ascolto queste notizie tramite i media, quello che so è che fino al 2024 il Sudafrica sarà con noi. Ovviamente ci sono questioni economiche e politiche, ma fatico a immaginare delle stagioni senza lo scontro diretto con loro. Alcuni Paesi potrebbero vedere l’opportunità di indebolirci, ma queste sono loro scelte e nel caso dovremmo accettarle”.
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