L’avanti azzurro ha commentato con noi il successo dei Leoni a Newport
Schierato nuovamente da numero 7, in una terza linea di straordinario impatto ed efficacia – vicino a Michele Lamaro e Toa Halafihi, a loro volta tra i migliori nella notte di Rodney Parade -, Federico Ruzza ha fornito una prestazione di grande valore in quel di Newport, probabilmente tra le migliori della sua stagione, ergendosi a grande protagonista nel netto successo dei Leoni sui Dragons.
“Ci voleva (sorride, ndr). Questa vittoria ci permette di tirar un bel sospiro di sollievo, dopo qualche prestazione non straordinaria, ma, va detto, anche sfortunata nelle ultime settimane, in cui spesso non abbiamo portato a casa i punti che avremmo voluto”, esordisce, piuttosto soddisfatto per la gara di ieri, raggiunto da OnRugby.
Dominio nelle fasi statiche
Una delle chiavi della vittoria veneta è stata senza ombra di dubbio l’ottima prova del pacchetto degli avanti, sia in chiusa che in rimessa laterale. Basi di qualità a cui ancorarsi per attivare con costanza un attacco che – nonostante qualche sbavatura di troppo di alcuni singoli -, guidato da un Ian Keatley in versione 5 stelle, ha prodotto 37 punti (con 4 mete, e statistiche di rilievo in termini di clean breaks, 11, e Difensori battuti, addirittura 27).
“Sicuramente davanti abbiamo fatto una bella partita. Sia con il drive che con la mischia siamo riusciti a dominare, ed avere, così, tanti palloni di qualità da utilizzare in zone propizie (59% complessivo, sia per quanto concerne il possesso, che per quanto riguarda il territorio, per il Leoni, ndr). Avremmo potuto e forse dovuto sfruttare meglio alcune lunghe fasi di possesso che abbiamo avuto nella loro metà di campo, soprattutto nel primo tempo. Negli ultimi 6’/’7′ della frazione d’apertura, non siamo stati performanti sotto questo punto di vista: avremmo dovuto concretizzare molto di più, ed invece siamo tornati degli spogliatoi, solo sul +4, concedendo loro pure una marcatura pesante allo scadere. Questa è la cosa su cui possiamo e dobbiamo lavorare nelle prossime settimane”, prosegue Ruzza, sottolineando, poi, le differenze, in termini positivi, rispetto alla sconfitta di Cardiff, sfida che per certi momenti del match ha avuto tratti simili a quella di Newport.
Cali di tensione
“A differenza di Cardiff, ogni qualvolta c’è stato un attimo di difficoltà, come la meta proprio sul gong del primo tempo, o quella beffarda del 70′, che poteva riaprire la contesa sul 20-30, non ci siamo fatti trascinare dai momenti negativi. Siamo stati lucidi e abbiamo sempre risposto positivamente in modo immediato”, chiarisce l’ex Zebre, che, tuttavia, resta preoccupato per dei black-out improvvisi, come quello di metà primo tempo, in cui, improvvisamente, i Leoni hanno concesso 3 penalty consecutivi ai Dragons, piuttosto evitabili.
“Difficile capire il motivo reale di questi cali di tensione, se così li vogliamo chiamare, che quest’anno ci stanno capitando piuttosto spesso, ma fa parte del gioco. La bravura deve essere quella di recuperare, senza danni e drammi, da questi attimi di blackout. La disciplina però è un punto importante. Non possiamo concedere così tanti calci, soprattutto quando non è che ci sia chissà quale pressione dell’avversario. Questo è un’altra situazione su cui stiamo lavorando da tempo”, sottolinea, prima che il focus passi sulla sua prestazione individuale, di alto profilo (superbo in touche, sia con lancio a favore che contro, presente in difesa, ed in grado di battere 2 difensori e generare 2 clean breaks).
“Rivedrò meglio la partita, ma la prestazione penso sia stata abbastanza positiva. Quest’anno – anche per via di acciacchi fisici in alcuni momenti -, in certe occasioni, non si è visto il miglior Federico Ruzza, ma nella vita di uno sportivo capitano anche periodi meno buoni. Io continuo a lavorare con la stessa intensità, con il medesimo mindset dei tempi migliori, e sono sicuro che con questo atteggiamento positivo e propositivo, poi, i risultati sono destinati ad arrivare, come stasera”, prosegue, ricordando come, nonostante non sia affatto un traguardo semplice da raggiungere, la post season resta l’obiettivo dei Leoni.
“Fino a che l’artimetica ci tiene in gioco, non deve esserci troppa delusione per qualche partita non andata bene, bensì la giusta carica per ottenere il massimo. Lavoriamo per provarci sempre, per cercare di vincere ogni partita. Ci sono sfide dure sul nostro cammino e la classifica ci vede 8 punti dietro alla terza posizione occupata dagli Scarlets – anche se, va detto, dobbiamo ancora recuperare una sfida contro Ulster -, ma mancano anche tanti scontri diretti, contro Scarlets e Connacht in casa. Non dobbiamo assolutamente mollare la presa, per andare a caccia dei playoff”, conclude, fiducioso in vista del futuro prossimo dei Leoni.
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