Come World Rugby punta a sviluppare il gioco nelle isole del Pacifico e in America

La federazione internazionale intensifica il suo programma delle Combine per sviluppare i talenti di Fiji, Samoa, Tonga, USA e Canada

fiji

ph. Sebastiano Pessina

World Rugby, la federazione internazionale che gestisce il gioco della palla ovale in ogni angolo del globo, promuove un modello di sviluppo del gioco professionistico per i talenti dei paesi emergenti come quelli delle isole del Pacifico e del Nord America.

I migliori atleti di Fiji, Tonga e Samoa saranno selezionati nei prossimi giorni per partecipare alla Pacific Combine, un camp che partirà a Suva, capitale di Fiji, dal prossimo 15 marzo, dove i 25/30 atleti non professionisti saranno messi di fronte a un periodo di allenamento di alto livello, con tecnici internazionale inviati da World Rugby. I prospetti più interessanti della situazione potrebbero riuscire a strappare un contratto professionistico nelle più ricche realtà dell’emisfero sud o in Europa, così come già accaduto a molti di loro.

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La Combine di Suva sarà la prima del nuovo ciclo mondiale e la terza edizione totale dell’evento, totalmente finanziato dalla federazione internazionale. In passato dalla Combine sono passati 51 giocatori, di cui 13 hanno successivamente trovato posto nelle loro rappresentative nazionale e 2, il fijano Frank Lomani e il tongano James Faiva, hanno avuto l’opportunità di partecipare alla scorsa Rugby World Cup. In questa edizione saranno rappresentati soprattutto i partecipanti al World Rugby Pacific Challenge, una competizione internazionale fra le seconde squadre di Giappone, Fiji, Samoa e Tonga.

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Il successo dell’evento ha portato World Rugby a pensare a una iniziativa parallela anche per il Nord America. Dal 21 al 27 giugno prossimo si terrà a Salt Lake City la prima North American Combine: i profili più interessanti di Stati Uniti e Canada affronteranno il camp, con i migliori che saranno poi premiati con una borsa di studio a spese di World Rugby per entrare negli High Performance Centers delle loro federazioni, una sorta di accademia nazionale senza limite d’età.

Da lì, l’obiettivo è espandere il numero e la qualità del bacino di giocatori che le squadre della Major League Rugby, campionato in crescita, possono selezionare, e quindi, indirettamente, alzare il livello delle selezioni nazionale.

Peter Horne, general manager dell’alto livello di World Rugby, ha sintetizzato così l’importanza del programma: “Il programma delle Combine è un’opportunità fantastica per le isole del Pacifico e il Nord America di identificare e sviluppare i talenti più promettenti delle rispettive regioni. Il programma ha provato la propria efficacia, con diversi ex membri che sono riusciti ad arrivare al più alto livello. Siamo quindi felici di rinnovare il nostro impegno di lungo termine per incrementare la competitività delle federazioni che vi partecipano.”

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