L’ex capitano azzurro si racconta in una lunga intervista a Midi Olympique dove parla anche del suo prossimo futuro
“Sono in piena riflessione. La domanda alla quale voglio riuscire a rispondere è: sono pronto e motivato fisicamente e mentalmente a fare un’altra stagione?”
Se lo chiede Sergio Parisse in una lunga intervista concessa a Midi Olympique, nella sua edizione magazine del mese di marzo. Una chiacchierata in cui l’ex capitano azzurro, oltre a rivelare di poter continuare a giocare per un ultimo anno, ripercorre i suoi momenti migliori con la maglia della nazionale, e si concede una lunga, importante risposta sulla natura dello sport che lo ha coinvolto a livello professionale per gli ultimi 18 anni.
“Che sia fra quattro o sedici mesi, mi piacerebbe rimanere nel mondo ovale. Non chiudo nessuna porta, ma mi piacerebbe restare nell’ambiente e trasmettere e restituire quello che questo sport mi ha dato.”
“La chiave nel nostro sport, come nella vita, sono gli uomini. Tendiamo a dimenticarlo. Il rugby è cresciuto economicamente e finanziariamente in modo importante, ma non bisogna mettere da parte le relazioni. Se domani il nostro sport dovesse sparire, rimarranno comunque i sorrisi, i compagni. E questo è ciò che spesso fa la differenza fra un club che vince e uno che rimane al palo.”
“Non sono sempre i milioni e il talento che fanno vincere” continua Parisse. “Anzi sono i legami e le relazioni che ti possono far ottenere l’impossibile. E’ anche questa la bellezza del nostro sport. E’ importante avere delle persone che investono, perché fa crescere il gioco, ma è ancora più determinante avere delle qualità umane, delle persone che sanno gestire un gruppo.”
“Facciamo uno sport di combattimento, e quando entri sul terreno di gioco non vai a metterti dietro un computer a leggere la posta. Vai a mettere il tuo corpo in pericolo, quindi bisogna avere uno stato d’animo particolare e volergli bene, a quei compagni, per accettare di sacrificarsi per loro.”
Nell’intervista Parisse guarda al futuro, ma anche al passato, celebrando quella che ritiene la vittoria più bella della sua lunga carriera internazionale: “La vittoria contro i Bleus nel 2011 in un Flaminio stracolmo è il mio ricordo migliore in maglia azzurra. Avevi l’impressione che i 27mila tifosi fossero sul terreno. La Francia arrivava forte del Grande Slam, con una generazione pazzesca ma trovò dei degni avversari.”
“Al fischio finale fu il delirio sugli spalti. I compagni di squadra piangevano, fu una cosa immensa. Era la nostra prima vittoria contro la Francia e io, che fino ad allora avevo dovuto affrontare dei ritorni al club piuttosto complicati dal 2005 in poi, quella volta ne approfittai non poco.”
Sergio Parisse, che dopo 14 anni di carriera allo Stade Français è passato quest’anno al Tolone trovando una seconda giovinezza, si è detto indeciso sul possibile proseguimento della sua carriera. Se dovesse proseguire, lo farà solamente per un altro anno.
L’intervista di Midol, tuttavia, è stata realizzate prima della diffusione massiccia del coronavirus in Italia e negli altri paesi d’Europa, in un momento in cui si stava avvicinando all’orizzonte la partita fra Italia e Inghilterra. La diffusione del virus ha imposto sia al Sei Nazioni che al Top 14, dove il Tolone si trova in questo momento quarto in classifica e in piena corsa per la postseason, uno stop forzato. Chissà che questo non contribuisca sulla decisione di Sergio per regalarsi e regalarci un’altra stagione.
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