Gli atleti e le atlete che hanno esordito in nazionale in questa stagione sportiva, e quelli che si apprestano a farlo nei prossimi mesi
Nella stagione ’19/’20, considerando la Rugby World Cup 2019 e l’antecedente periodo di preparazione (Test Match compresi) – nel corso della quale hanno fatto il loro esordio in azzurro Callum Braley e Marco Riccioni – un’appendice di quella precedente, tra uomini e donne hanno debuttato con la maglia della nazionale azzurra sei atleti.
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Tra le fila del team guidato da Franco Smith, nel recente Sei Nazioni 2020 – conclusosi anzitempo, almeno per ora, a causa della diffusione dell’epidemia di Coronavirus -, hanno indossato per la prima volta la divisa della selezione nazionale seniores due dei giocatori classe ’98 più interessanti del panorama celtico: il pilone sinistro delle Zebre Rugby Danilo Fischetti (miglior atleta del Top 12 ’18/’19), subentrato per tre volte dalla panchina al collega di Club Andrea Lovotti, ed il seconda linea del Benetton Rugby (e del Petrarca) Niccolò Cannone, schierato invece sempre da titolare dal coach sudafricano.
Nella squadra femminile di Andrea Di Giandomenico, invece, tra la finestra di Test Match novembrini e le prime due partite di Sei Nazioni 2020, hanno giocato la loro prima partita con la nazionale maggiore ben quattro ragazze. La trequarti – classe ’97 – dell’Unione Rugby Capitolina Beatrice Capomaggi, elemento importante per la nazionale beach la scorsa estate, la tallonatrice – classe ’92 – del Valsugana Giulia Cerato, da tempo pilastro della prima linea delle Valsugirls più volte scudettate, e l’apertura – classe ’99 – del CUS Milano Laura Paganini hanno bagnato il loro esordio in autunno contro il Giappone a L’Aquila, mentre l’utility back – classe ’01 – del Valsugana Vittoria Ostuni Minuzzi ha ottenuto il primo cap nella trasferta vittoriosa di Cardiff, lo scorso 2 febbraio.
3 (più 2) possibili nuovi azzurri
Sul fronte maschile, tra i principali indiziati a vestire la maglia azzurra, in tempi celeri, ci sono – senza ombra di dubbio – Michele Lamaro (appena rientrato, alla grande, da un lungo infortunio) e Giovanni Pettinelli, due elementi di spicco della terza linea del Benetton Rugby, che hanno già dimostrato di poter reggere il palcoscenico internazionale, alla luce delle performance di rilievo con i Leoni. Un club, quello veneto, nel quale, peraltro, si giocano una maglietta da titolari con altri pilastri della selezione nazionale, come Bram Steyn e Sebastian Negri, veterani di grande qualità come Marco Barbini e stranieri del calibro di Nasi Manu e Toa Halafihi. Una concorrenza, dunque, che assomiglia molto da vicino, per livello medio e densità, a quella presente in azzurro.
All’altezza delle prestazioni dei due ragazzi del Benetton Rugby, prima che un infortunio al ginocchio, a gennaio, lo costringesse ad un lungo stop, si è rivelato anche l’inizio di stagione di Marco Manfredi, tallonatore classe ’97 delle Zebre Rugby, spesso migliore in campo dei suoi – in un avvio di annata agonistica non semplice – sia per consistenza mentale, sia per accuratezza nell’esecuzione in tutti i frangenti del gioco in cui è stato coinvolto.
Bonus tracks: Antonio Rizzi (’98, utility back, Benetton Rugby), Michelangelo Biondelli (’98, utility back, Zebre Rugby).
Sul fronte femmine, invece, il debutto è solo questione di tempo per Erika Skofca, pilone sinistro classe ’98 del Valsugana, in panchina (senza essere scesa in campo) a Cardiff e nuovamente selezionata in distinta gara, con il numero 17, anche a Legnano contro la Scozia (sfida mai disputata per via della risposta all’emergenza Coronavirus).
Dopo il ritiro in estate di Gaia Giacomoli, Andrea Di Giandomenico ha puntato, a numero 1, su Silvia Turani come titolare, e sembra aver individuato nella ragazza tarvisiana, al primo anno con la squadra di Padova – di ritorno da un’esperienza biennale in Scozia, dove giocava da trequarti -, l’alternativa più credibile. Pronta, al grande salto internazionale, anche Elena Vitadello – presente nel raduno di inizio anno a Parma -, ala classe ’96 del Valsugana con raro fiuto della meta (“capocannoniera” lo scorso anno in Serie A, terza nel ’19/’20, in termini di marcature pesanti messe a segno) e come Capomaggi elemento di rilievo nella nazionale beach la scorsa estate. Un’altra giocatrice che, a fari abbastanza spenti, da anni si sta mantenendo su standard notevoli, ed in questa stagione ha alzato ulteriormente l’asticella delle proprie performance è Federica Violi, eclettico mediano (numero 9, ma all’occorrenza anche 10) classe ’95 del Colorno, uno dei segreti della classifica positiva delle Furie Rosse – nonostante gli addii di inizio anno e gli infortuni in serie nel corso della stagione. Chissà che non riesca a ritagliarsi uno spazio azzurro, in un reparto, però, dove – va detto – il talento, in casa Italia, non manca.
Bonus tracks: Laura Gurioli (’95, terza linea, Villorba), Sofia Rolfi (’01, estremo/ala Wasps).
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