Situazioni diverse nei tre principali campionati per club dell’Emisfero Nord
Lo stop dei tornei domestici, gli introiti non fatturati e una situazione finanziaria complicata stanno facendo interrogare in queste ore i presidenti dei club inglesi, francesi e celtici circa la possibilità di tagliare lo stipendio ai propri giocatori. Andiamo a vedere come si sta delineando la situazione nei tre principali campionati dell’Emisfero Nord.
In Francia i club del Top14 hanno deciso di adottare una soluzione comune utilizzando il provvedimento relativo alla disoccupazione parziale. In pratica – come spiegato dal presidente del Bordeaux Laurent Marti a RMC – ai giocatori viene riconosciuto l’84% dello stipendio netto e ai datori di lavoro di risparmiare, oltre al 16% del salario, un 30% relativo alla parte lorda e ai contributi previdenziali, che viene coperta dallo stato.
Meno unitaria invece la situazione inglese: Gloucester, Sale Sharks e Northampton Saints hanno proposto, parlando già coi loro tesserati e illustrando loro la situazione, una riduzione del 25% dello stipendio netto cosa che è stata appoggiata anche da Harlequins, Leicester e Wasps, mentre Bristol, Bath e Saracens non sembrano essere dello stesso avviso volendo lasciare immutati i compensi.
In tutto questo si attendono due responsi: il primo è quello della Federazione Inglese (RFU), che dovrà fornire indicazioni economiche sull’impatto (negativo, ndr) della stagione corrente, il secondo da parte del Sindacato Giocatori che davanti alla soluzione proposta a comunque il diritto di dibattere con i club per arrivare a una decisione condivisa e soprattutto concordata.
La Scottish Rugby Union e la Welsh Rugby Union hanno invece annunciato – come riporta la BBC – che aiuteranno i loro club, franchigie militanti in Pro14, con un fondo economico per le difficoltà e con un forte sostegno finanziario relativo ai membri delle squadre.
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