Abbiamo parlato con il mediano ex Benetton del momento del suo Colomiers
Il ciclone dell’epidemia che ha colpito duramente tutto il continente europeo ha sconquassato, tra le altre cose, anche i tornei ovali principali di Francia, arrestando bruscamente la corsa irrefrenabile, in vetta al ProD2, del Colomiers di Edoardo Gori, capolista solitaria con undici vittorie nelle ultime dodici partite (compresa quella incredibile, in rimonta, sul campo di Rouen).
“Purtroppo ora ci sono partite più importanti da vincere, anche qua in Francia. Sul campo, però, abbiamo vissuto veramente un periodo magico, negli ultimi mesi. Abbiamo la miglior difesa dell’intero torneo ed il terzo migliore attacco. Ma, soprattutto, ci divertiamo tantissimo quando giochiamo. C’è grande stima tra di noi, il gruppo è confidente nei propri mezzi in senso lato, ed ogni singolo si fida delle qualità del compagno. Un qualcosa reso possibile anche dal lavoro dei nostri allenatori Julien Sarraute e Fabien Berneau. Sono giovani, ma molto in gamba. Prima delle partite e prima degli allenamenti non c’è mai tensione, anche potenzialmente negativa, ma solo quel desiderio bellissimo di scendere in campo prima di tutto per divertirsi. Non è un caso che, in un ambiente del genere, si riesca a lavorare al meglio in settimana, conseguendo risultati di così grande valore”.
Talenti di prospettiva
Successi merito della grande coesione collettiva, corroborata però anche dalla presenza di alcuni talenti di cui si sentirà parlare molto nei prossimi anni anche in ottica nazionale francese.
“Abbiamo in rosa alcuni elementi di qualità superba, fuori categoria per il ProD2. Il tallonatore classe ’97 Gaetan Barlot, ad esempio, è un fenomeno. Ed avendo giocato a lungo con atleti come Leo Ghiraldini e Luca Bigi, me ne intendo di numeri 2 forti (sorride, ndr). L’anno prossimo andrà a Castres, meritatamente, ma per noi sarà una grande perdita: è forte in mischia, lancia benissimo, è un ball carrier super efficace ed in difesa è una furia. Giocherà da titolare, alla grande, anche in Top 14, e nei prossimi anni non mi sorprenderebbe affatto vederlo cantare la marsigliese allo Stade de France, con la maglia dei galletti. Avrà sicuramente un futuro brillante anche la giovane terza linea Bastien Vergnes Taillefer”
Gente dal grande valore, che peraltro, ha ancora margini di miglioramento non banali, alla luce di quello che è il ritmo di allenamento abitudinario della seconda serie francese.”Qua, giocando al venerdì, facciamo solo un giorno di vero allenamento. A Treviso, ed in generale nel Pro14 o anche nel Top14, molto più spazio temporale viene dedicato al training. La differenza tra noi e quelli al piano di sopra non è solo tecnica, ma è dettata anche dalla diversa intensità e dalla maggiore presenza di sessioni d’allenamento.
La domenica, mediamente, in ProD2 non ci si allena. In Francia c’è un senso del diritto del lavoratore molto più forte. Pochissime squadre lo fanno”.
Obiettivi
Un campionato, quello del Top 14, al quale, il prossimo anno, di questo passo, potrebbe partecipare anche il Colomiers, anche se ci sono dubbi sul fatto che la stagione possa ripartire. “Sempre che la stagione vada a completarsi, il nostro obiettivo è quello di giocare al meglio partita per partita, divertirci e cercare di andare avanti il più possibile, magari riuscendo a giocare le finali playoff. Il salto di categoria è un qualcosa di ambizioso, per quelli che sono in nostri mezzi, in rapporto alle corazzate incredibili che si trovano in massima serie, ma anche nel nostro torneo. Ma il presidente ha detto che se dovessimo aver la possibilità di salire, dobbiamo farlo, pur essendo consci di come sia un obiettivo ambizioso. Per me, personalmente, sarebbe un sogno giocare una finale e vincere un titolo. Questa sensazione mi manca dai tempi con i Cavalieri Prato”.
La vita in Francia
Non c’è solo il campo, nell’esperienza di “Ugo” Gori in Francia. L’avventura a 360 gradi sul territorio transalpino lo sta coinvolgendo sempre di più. “Sto iniziando a parlare meglio. Faccio ancora qualche errore, ma il mio francese è migliorato molto rispetto all’ultima volta che ci siamo sentiti: ora riesco a conversare in maniera fluida. Mi sto adattando molto bene, ma è anche semplice: lo stile di vita è molto simile a quello italiano. I francesi, poi, non sono affatto male. Mi sto trovando bene con il popolo francese. Sono un poco supponenti, a volte, ci considerano naif (sorride, ndr), però, sotto sotto, sono molto appassionati d’Italia. Vengono spesso in vacanza da noi. Gli piace parecchio il nostro cibo, la nostra arte e la bellezza paesaggistica dello Stivale”.
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