Oltralpe iniziano a riflettere anche sulla prossima stagione
In queste settimane senza rugby giocato anche oltralpe, con il massimo campionato attualmente fermo, le istituzioni rugbistiche francesi sono costantemente all’opera, anche se in un clima di incertezza. Un’incertezza legata alla situazione del virus, e alle decisioni conseguenti da prendere, soprattutto riguardo le due prime divisioni: il Top14 ed il Pro D2.
Il 18 marzo scorso la LNR ha optato per sospendere i campionati, in attesa che gli organi predisposti definiscano una soluzione al caso, con l’esito in tal senso che dovrebbe arrivare il 7 aprile, quando LNR esprimerà il suo verdetto.
Nel frattempo saranno valutate varie opzioni, anche in base a come si evolverà la pandemia.
Alain Gaillard, presidente di TECH XV – il sindacato degli allenatori di rugby – ha fatto sapere che “fino ad ora si è lavorato ad un ipotetico recupero, ma non ancora su un eventuale congelamento o cancellazione dei campionati”.
Tuttavia il protrarsi del virus rende poco concreta l’idea di un recupero, e ciò che comincia a balenare negli ambienti francesi sembrerebbe portare ad uno scenario nel quale non ci saranno retrocessioni, ma solo promozioni. La massima competizione francese allora allargherebbe la sua rosa complessiva a sedici squadre.
A tal proposito si sono espressi anche Christophe Urios e Philippe Tayeb. Il primo, allenatore di Bordeaux – capolista in Top 14 -, si è detto favorevole a non relegare nessuna squadra dichiarando che “non si può chiedere ad una squadra di giocare una partita da dentro fuori -come può essere un play out- dopo tre mesi di inattività”.
Tayeb, invece, presidente di Bayonne – squadra che sta facendo bene in campionato e che vive di un budget inferiore rispetto ad altre realtà – ha sostenuto sulle colonne dell’Equipe come una retrocessione possa essere considerata “inappropriata per un club, in queste condizioni, senza la possibilità di chiudere il torneo” e aggiunge che “ci si trova davanti ad un processo psicologico ed umano, non sportivo. Condannare un club ad una serie inferiore vorrebbe dire punirlo due volte: sportivamente ed economicamente”.
Si andrà dunque verso un’edizione di Top16 la prossima stagione? Non è ancora certo.
Esiste, tuttavia, un precedente nel quale il torneo è stato allargato a sedici squadre e risale al 2005.
L’aggiunta di altre due squadre prolungherebbe la regular season a trenta giornate dando anche la chance ai club di aver qualche introito economico in più, con le due partite casalinghe che si aggiungerebbero.
Un Top 16, ad oggi, sembrerebbe una soluzione plausibile stando anche al fatto che, come scrive l’Equipe, “à circonstance exeptionnelle, solution exeptionnelle”.
Lorenzo Montemauri
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