Vista la difficile situazione, il coach dell’Inghilterra ha accettato un netto taglio dello stipendio
In un periodo complicato per la diffusione della pandemia, le grosse strutture possono risentirne parecchio. E questo è il caso della RFU, la gigantesca federazione inglese, che ha stimato in 50 milioni di sterline il salato conto da pagare per lo stop delle attività. Proprio per evitare di pesare in maniera eccessiva sui conti federali, l’allenatore della Nazionale Eddie Jones ha accettato una riduzione del suo ingaggio superiore al 25 % di quanto pattuito, una cifra che la stampa neozelandese va a tradurre in quasi 204.000 € (pari a 380.000 dollari neozelandesi). Questo comunque partendo da una base di quasi 816.000 €, che fa del coach di nazionalità australiana il più pagato al mondo nel suo ruolo. “Quando l’abbiamo contattato per proporgli questa riduzione dell’ingaggio ha accettato immediatamente”, ha raccontato alla BBC Bill Sweeney, CEO della RFU, che ha anche proposto un taglio dello stipendio per tutti gli impiegati della federazione che guadagnano più di 30.000 sterline a stagione, con un decurtamento del 10 % per tre mesi. Va anche ricordato che, per via del raggiungimento della finale alla scorsa Coppa del Mondo, a giugno Jones avrebbe dovuto incassare un considerevole bonus, che a questo punto appare congelato. Sempre Sweeney ha aggiunto: “Non potendo giocare delle partite non abbiamo modo di generare dei guadagni. La cassaforte della RFU è lo stadio di Twickenham, che essendo chiuso non può ospitare dei match che per noi porterebbero entrate importanti da reinvestire nel gioco”.
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Da segnalare infine che diversi club di Premiership hanno ridotto del 25 % gli ingaggi dei giocatori, una Premiership che formalmente non è ancora cancellata (a differenza di tutti gli altri campionati) e che vuole provare a monitorare la situazione prima di dichiarare la conclusione della stagione 2019/20 senza più tornare in campo.
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