La federazione australiana ha chiuso il bilancio 2019 con una perdita di oltre 5 milioni di euro. E il 2020 non promette di meglio
Si è tenuto lo scorso 29 marzo, ovviamente in modalità virtuale, l’incontro generale di Rugby Australia, con all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio annuale della federazione. Il 2019 ha fatto registrare pesanti perdite per quella che è una union già in crisi nel corso degli ultimi anni: i conti saranno in rosso per più di 9 milioni di dollari australiani, corrispondenti a circa 5 milioni di euro.
Una situazione figlia di spese straordinarie e di mancati incassi: la federazione sapeva già di dover far fronte a una stagione difficile, visti i minori test match organizzati a causa della Rugby World Cup 2019, ma l’insorgere della battaglia legale con Israel Folau ha ulteriormente portato via risorse economiche.
Il 2020 non si preannuncia migliore, con l’attuale emergenza sanitaria in grado di mettere in crisi l’intero sistema economico e che colpirà duramente l’industria dello sport.
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Una mossa esemplare è allora arrivata dalla CEO di Rugby Australia Raelene Castle, che ha deciso di tagliare il proprio compenso del 50% a partire dal mese di marzo. Tutti i suoi collaboratori, inoltre, si decurteranno lo stipendio del 30%. Il provvedimento avrà effetto per i prossimi tre mesi e verrà poi ridiscusso di mese in mese.
“E’ un buon punto di partenza per offrire un esempio sull’importanza di questo momento” ha commentato Castle.
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