L’ovale è già stato testato in Inghilterra, con risultati e scoperte che hanno fatto contenti giocatori e staff tecnici
Una delle parole del momento nella società attuale è “smart” e anche il mondo del rugby si prepara ad adeguarsi a questo termine presentando la smart ball. Una palla ovale intelligente in grado di aprire il fronte a nuove e diverse informazioni sui vari aspetti del gioco, fra cui la possibilità di rivelare con certezza le situazioni relative ai passaggi in avanti.
In Inghilterra stanno prendendo confindenza con l’invenzione – creata dall’azienda Sportable e sostenuta dai produttori di palloni della Gilbert – ormai da qualche tempo e i risultati sembrano essere soddisfacenti, anche perchè con il gruppo-chip GPS inserito all’interno dell’attrezzo di gioco si sono possono ottenere numerosi e variegati dati che servono anche e soprattutto agli staff per analizzare gli aspetti tecnici.
Diversi club di Premiership, la rappresentativa 7s e la nazionale di Eddie Jones l’hanno già provata anche se l’attesa maggiore sarebbe quella per un test a livello internazionale, magari prima offline (con i risultati delle analisi visibili solo agli addetti ai lavori) e poi fruibile a tutti, pubblico compreso.
Questo aiuterebbe sia la componente arbitrale, che non dovrebbe così affannarsi con numerosi replay al TMO che comunque a volte lasciano degli ulteriori dubbi, sia gli allenatori e i giocatori ad ottenere una nuova visione sulla partita.
Il medagliato olimpico, argento a Rio 2016, della squadra britannica Tom Mitchell afferma: “E’ la prima volta nella mia vita sportiva che posso leggere e lavorare dei dati relativi ai calci. Finalmente abbiamo una tracciatura oggettiva di quello che succede quando indirizziamo una liberazione, un piazzato o un up & under. Alla fine tutti i giocatori sono sempre alla ricerca di quel qualcosa in più per migliorare le proprie prestazioni e questo indubbiamente aiuta”.
A dire la sua poi è Andy Holloway, il coach delle skills dell’Ealing Trailfinders (club di Championship, ndr) fortemente coinvolto da subito in questa iniziativa: “Con questa nuova tecnologia possiamo avere un termometro più chiaro di un sacco di cose. Dal gioco al piede a quello alla mano e questo ci aiuterà a stimolare anche la competizione in squadra su nuovi aspetti. Oltretutto il fatto di avere una maggiore tracciabilità sui calci potrebbe sviluppare più rapidamente la crescita e l’utilizzo della regola legata al 50:22”.
L’ultimo step da fare a livello tecnologico, prima di un’eventuale presentazione nelle partite ufficiali, è quello di capire come gestire tutta l’attrezzatura che va montata intorno ai campi per far funzionare il gruppo-chip GPS installato all’interno dell’ovale. Nel cuore della palla vi saranno infatti: un misuratore di velocità, un giroscopio (che calcola la forza centrifuga), un magnetometro (per stabilire l’orientamento direzionale della palla), un sensore che rileva la temperatura e un sistema di tracking delle posizioni geografiche in campo. Tutte queste cose devono triangolare con dei pc in maniera integrata e al momento non è facile stabilire se in tutti gli stadi questo upgrade sarà possibile farlo e in quanto tempo verrà eventualmente completato.
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