L’ex capitano del Tolone, oggi in Costa Rica, si è espresso sul tema in un’intervista al Midi-Olympique
Joe Van Niekerk, dopo una lunga e gloriosa carriera ovale, con esperienze di livello assoluto sia nel rugby internazionale – 52 caps in maglia Springboks – che in quello di club, tra Tolone (di cui fu anche capitano) in Top14, e Cats e Stormers in Super Rugby, si è trasferito in Costa Rica, per cambiare totalmente vita e dedicarsi agli altri.
In questi giorni di quarantena, raccontando la sua storia (che vi avevamo già tratteggiato su OnRugby negli scorsi mesi) in una lunga intervista al Midi Olimpyque, incalzato dalle domande dei giornalisti transalpini, ha affrontato senza peli sulla lingua anche il sempre spinoso tema del doping nel rugby (e non solo), fornendo un punto di vista estremamente particolare.
“Non credo ci fosse un sistema di doping organizzato nel rugby, ma le droghe ricreative ci sono sempre state e, francamente, credo che le autorità di rugby dovrebbero essere più indulgenti riguardo a questi comportamenti. Peraltro, sospendere un atleta per sei mesi o addirittura per un anno perché lui, o lei, ha assunto cocaina la sera mi sembra un’esagerazione. Invece di mortificare e distruggere l’animo di questi ragazzi, dovremmo accompagnarli, aiutarli e sostenerli sin a portarli fuori dal problema”, ha spiegato l’ex ‘Galactico’.
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“Dopo le partite, si prende un sacco di roba: sonniferi, tramadol (un rilassante per muscoli). Pensiate davvero che questa roba faccia bene al corpo? Eppure è tutto legale e molto diffuso. Ma ciò che mi preoccupa maggiormente è vedere come l’alcol sia al centro di tutto nel mondo del Rugby – ha puntualizzato Van Niekerk, sottolineando l’ipocrisia del sistema e mostrandosi preoccupato dallo stato attuale dell’arte -. Abbiamo bevuto litri e litri di birra, io per primo. Tuttavia, non c’è niente di peggio dopo una partita di rugby: congela il sangue, ti stanca, ti disidrata e rallenta il recupero. Tuttavia, l’alcol fa parte della vita di tutti i giorni nel nostro sport e le sue lobby finanziano anche le più grandi competizioni”.
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