Per 85 anni il mitico club a inviti ha organizzato un tour durante le vacanze di Pasqua per incontrare i migliori club del Galles: una storia di ristoranti, alberghi e maglie a strisce
Bradford, Yorkshire. Quello che oggi è il più comune e noioso dei centri commerciali, Kirkgate, era alla fine del diciannovesimo secolo il più grande mercato coperto del mondo. Dentro potevi trovarci di tutto, specie in aprile: i primi frutti profumati della primavera, la carne dei vicini monti Pennini, il pesce fresco e le ostriche dalla costa dello Yorkshire.
Il motto della città di Bradford, i cui destini sono intrecciati a filo doppio con la Rivoluzione industriale, è “progresso, industria, umanità”. Una filosofia ideale per un’operoso protestante con la passione per la cucina, emigrato dalla Prussia da poco divenuto Germania, che infatti a Kirkgate trova il modo di aprire il suo ristorante, il popolare Leuchter’s Restaurant.
La sera dell’8 aprile del 1890 sono seduti a quel tavolo William Percy Carpmael, per tutti Tottie, e i suoi Southern Nomads, una selezione a inviti di giovani gentiluomini inglesi amanti del buon cibo, del buon vino e delle zuffe intorno a una vescica di maiale di forma ovale inventate solo qualche anno prima dalle parti di Rugby, nel Warwickshire.
Tottie ha un’idea: “Se questa cosa del tour in giro per il Regno vi è piaciuta – dice ai compagni di squadra – perché non la rendiamo un appuntamento fisso? In fondo, i campionati terminano a marzo, non rimane molto altro da fare fino alla stagione successiva.”
Gli altri (Sammy Woods, Emile de Lissa, Jock Wemyss, Percy Coles e WJ Carey) ne sono entusiasti, si brinda una, due, tre volte alla salute del nuovo progetto. Poi, il gruppo si trasferisce all’Alexandra Hotel, un lussuoso albergo gestito da un altro immigrato, stavolta italiano, Carlo Fara. Lì, dopo un altro paio di bicchieri, sarebbe nato ufficialmente il Barbarian Football Club, che ha quindi da poco festeggiato il 129esimo anno di età.
L’idea è di mettere insieme una club a inviti, votato al gioco d’attacco, che riunisca non solo giocatori inglesi, ma da tutte le home unions. Si giocherà nei periodi di vacanza, quando per tutti è più facile avere il tempo di dedicarsi ad un gioco ben lungi dal diventare professionistico. E quale periodo migliore dell’anno che l’inizio della primavera, quando alle festività di Pasqua si abbina l’arrivo di un tiepido sole che riscalda gli animi e imbaldanzisce i fisici?
E’ fatta, dal 1901 i Barbarians danno il via al loro Easter tour, il tour di Pasqua in Galles che tocca Penarth, Cardiff, Swansea e Newport. Il calendario è fisso: il club a inviti gioca ogni Venerdì Santo contro il Penarth RFC, il giorno dopo all’Arms Park contro il Cardiff, quindi pausa dedicata al golf per la domenica di Pasqua al Glamorganshire Golf Club di Penarth, e conclusione con Swansea RFC a Pasquetta e Newport RFC al martedì. E siccome il rugby delle origini è giocato soprattutto dalla borghesia inglese, non può mancare il party di gala del tour, tenuto ogni Pasqua all’Esplanade Hotel di Penarth.
Nessuno dei fondatori del club, però, giocò mai nel tour di Pasqua: fra coloro che hanno indossato il bianco e nero dei Barbarians, Tottie Carpmael si era ritirato dal rugby giocato negli ultimi anni dell’Ottocento, con sei presenze al suo attivo per il club che aveva fondato; Sammy Woods aveva collezionato 8 presenze prima di tornare a dedicarsi alla sua passione primaria, il cricket, con cui rappresentò Inghilterra e Australia; WJ Carey, invece, l’uomo che aveva dato ai Barbarians il celebre motto (“Il rugby è un gioco per gentiluomini di tutte le classi, ma non per un cattivo sportivo di qualsiasi classe”), fu troppo impegnato con i suoi doveri clericali a Londra per accumulare più di due presenze per la squadra, salvo poi ritrovarsi in tour in Sudafrica nel 1896 con gli antenati dei British & Irish Lions.
Tottie, però, ebbe un ruolo attivo come dirigente: se nei primi anni aveva tenuto fondamentalmente in piedi i Barbarians organizzando i tour, promuovendo gli incontri e amministrando interamente il club, fino al 1902 tenne la carica di Segretario Onorario e Tesoriere. Nel 1913 sarebbe divenuto Presidente. Non avrebbe mai dimenticato la cosa più cara realizzata nella propria vita: nel 1927 l’artrite cronica lo costrinse ad emigrare a Menton, in Francia. Da lì, ogni Pasqua, inviava un telegramma di auguri all’Esplanade Hotel di Penarth, il quartier generale non ufficiale della squadra.
Oggi l’Esplanade Hotel non esiste più: il tempo e il fuoco, nel senso di un incendio, se lo sono portati via da un pezzo. Agli inizi del Novecento, però, l’albergo era una meraviglia vittoriana, in mogano e ottone, che fronteggiava il lungomare della cittadina gallese di Penarth, sulla costa del tranquillo Canale di Bristol. Un luogo magico, che i Barbarians, nomadi e senza una casa, elessero a loro sede non ufficiale nei tanti anni in cui vi avrebbero festeggiato la Pasqua.
Il primo tour si gioca, dicevamo, nel 1901: una vittoria contro Penarth (14-4), un pareggio a Cardiff (6-6) e due sconfitte contro Newport (9-3) e nell’ultimo match contro Swansea (11-0). Penarth, con cui i Barbarians ebbero una relazione speciale proprio grazie all’Esplanade Hotel, avrebbe vinto il suo primo incontro nel 1904, collezionando poi nei successivi 82 anni un record di 11 vittorie, 4 pareggi e 60 sconfitte.
Fra le poche affermazioni della squadra gallese si ricordano le tre consecutive tra il 1912 e il 1914, il trionfo del 1960 dopo quarant’anni esatti dalla precedente vittoria, la vittoria del 1976 contro una squadra Barbarians eccezionale. Nel club a inviti c’erano Phil Bennet e JJ Williams, due stelle del mitico Galles dei ’70, c’erano gli scozzesi Irvine (estremo, 273 punti in 51 presenze con la Scozia) e Tomes (seconda linea da 48 caps). Penarth era guidato da Lyn Baxter, che negli anni precedenti era stato colonna di Cardiff e uno dei giocatori più forti a non aver mai indossato la maglia della nazionale Gallese. Finì 36 a 30, nell’anno in cui l’Esplanade Hotel sarebbe bruciato.
L’ultima partita fra Penarth e Barbarians fu giocata nel 1986. Penarth aveva oramai perso la sua posizione di rilievo all’interno del rugby gallese, e con la chiusura dell’Esplanade, le ragioni per continuare quel connubio vennero meno. In quell’ultima occasione fra i Barbarians ci fu spazio per Stuart Barnes, l’internazionale inglese divenuto poi celebre come voce principe di Sky Sports per la palla ovale.
Il tour di Pasqua non sarebbe finito lì. Le altre sfide contro Cardiff, Swansea e Newport continuarono fino ai primi anni Novanta. Nel 1987 Stefano Bettarello ebbe l’opportunità di giocare al fianco ad un mito dell’era pre-professionistica come Will Carling.
Poi, con la fine dell’epoca amatoriale, il tour di Pasqua finì per cedere il passo alla modernità, avendo però segnato la storia dei Barbarians, uno dei simboli del rugby mondiale, una squadra unica e simbolica, che sarebbe stata indotta nella Hall of Fame di World Rugby il 29 maggio del 2011, in occasione di un incontro con l’Inghilterra a Twickenham. Insieme al club tutto, veniva omaggiato in quell’occasione William Tottie Carpmael, che che i Barbarians li aveva sognati, inventati e trasformati in realtà, pensando a quanto fosse bello giocare sui morbidi prati del Galles meridionale nei pomeriggi di aprile nei quali di solito si celebra la Pasqua.
Lorenzo Calamai
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