Gareth Davies, presidente della federazione gallese, ha mandato un messaggio ai propri club di base, incitandoli a uno sviluppo sostenibile
“Vi prego, cari club, vi imploro di ricominciare con la giusta struttura. Se nessun club offre pagamenti di sorta, non ci sarà mercato per i giocatori e nessuna squadra sentirà il bisogno di offrire uno stipendio. Se nessun club rompe i ranghi e giochiamo tutti per il divertimento, per la nostra città o il nostro paese di nascita, per il club con il quale sentiamo l’affinità più forte, con i nostri amici e vicini, con le nostre famiglie allargate e i nostri figli, allora, se una crisi simile dovesse colpirci di nuovo, nessun club soffrirà la stessa minaccia di cadere nel baratro che viene percepita in questo momento da alcune parti.”
Lo scrive in una lettera aperta alle società del rugby di base Gareth Davies, il presidente della federazione gallese, incitando i club del territorio a mettere da parte le eccessive spese per l’acquisto di giocatori, ma per concentrarsi su uno sviluppo sostenibile.
La Welsh Rugby Union ha recentemente speso 350mila sterline per supportare in questo difficile momento le proprie squadre del rugby di base, oltre ai circa 12 milioni annui normalmente indirizzati al community game, e sta pianificando una serie di aiuti in più.
Tanti club sono andati in difficoltà dal punto di vista economico una volta che la stagione del rugby domestico è stata cancellata, ancor prima che lo stesso accadesse in Italia. La federazione è quindi giunta in sostegno, ma attraverso Davies, adesso, lancia il suo monito: il rugby amatoriale deve rimanere amatoriale per essere sostenibile.
Leggi anche: George North ha (solo) 28 anni
Il rugby professionistico è affare delle quattro franchigie che partecipano al Pro14: Dragons, Scarlets, Cardiff Blues e Ospreys. La Premiership gallese, dice Davies, sembra già cominciare a capire che questo aspetto dei loro modelli economici non funziona, e a ripensare l’allocazione delle proprie spese, esorbitanti per un campionato che può essere al massimo considerato semipro. Senza dimenticare che un’altra via per arrivare al successo è possibile.
“Non pagate i giocatori – insiste il numero uno della WRU – Giocate nel campionato in cui siete, lottate per battere gli avversari che affrontate, sognate di alzare i trofei alla vostra attuale portata e attraete i giocatori verso il vostro club. Usate i soldi risparmiati per arruolare, sviluppare e coinvolgere giocatori per il futuro o per assicurarvi che il vostro club rimanga il polo di riferimento della vostra comunità che è sempre stato. Siate sostenibili e aiutate a salvaguardare il futuro di noi tutti.”
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.