Lascia il ruolo di CEO della federazione australiana dopo due anni e sei mesi
A poche ore di distanza dalla controversa lettera aperta mandata da 11 capitani Wallabies alla federazione, in cui veniva chiesto alla dirigenza attuale – senza mezzi termini – di farsi da parte, nella mattinata odierna – prima serata australiana -, Raelene Castle, CEO di Rugby Australia, sotto enorme pressione da diverse settimane, ha rassegnato le proprie dimissioni, dopo che nelle scorse ore il direttivo le ha fatto presente di non aver più fiducia nel suo operato da Chief Officer.
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“Amo il rugby a tutti i livelli e ricorderò sempre con affetto tutte le persone con cui ho avuto l’onore di lavorare da quando ho assunto l’onore e l’onere di questo ruolo (CEO di Rugby Australia, ndr). Ho chiarito di fronte al consiglio che avrei lavorato al meglio delle mie possibilità per servire agli interessi di tutti.
Nelle ultime due ore, però, mi è stato fatto presente come il consiglio di amministrazione ritenesse che la rimozione della mia figura dal ruolo di amministratore delegato sarebbe stata utile per dare loro la chiarezza di cui dicono di aver bisogno. Il gioco è più grande di una singola persona, quindi stasera ho riferito alla Presidenza la decisione di dimettermi”, ha chiarito la Castle, con un comunicato stampa consegnato all’ABC.
Come si è arrivati a questa separazione?
Il rugby australiano sicuramente sta attraversando alcune difficoltà di lungo periodo legate ad una amministrazione non perfetta durante un arco di tempo prolungato, non del tutto ascrivibili solamente all’operato di Castle. Problemi aggravati dalla attuale situazione, alla quale l’ex CEO non ha saputo trovare particolari contromosse in tempi brevi, anche se è impresa ardua a tutte le latitudini.
Tuttavia, sono meritevoli di citazione diversi risultati ottenuti in tempi recenti da Rugby Australia – sotto la guida di Castle – che negli ultimi anni ha riportato alcuni dei migliori risultati a livello giovanile della sua storia, sul campo, senza dimenticare che – fuori dal rettangolo verde – la candidatura per ospitare la Rugby World Cup 2027 è ottimamente posizionata nella corsa al Mondiale.
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