L’enorme pressione del Sei Nazioni raccontata dal tecnico della difesa di Benetton e nazionale
Marius Goosen, assistente di Franco Smith alla guida dell’Italia, ha dichiarato in un’intervista al sito dell’emittente sudafricana SuperSport che il Sei Nazioni sarebbe un torneo difficile anche per gli Springboks, data la pressione e la difficoltà di giocare partite di altissimo livello consecutivamente.
“Da quando sono stato coinvolto con la nazionale italiana, c’è sempre stata una grossa pressione. Le persone non si rendono sempre conto di cosa sia questa competizione. L’Italia compete contro le migliori squadre del mondo. Noi siamo probabilmente l’ultima delle nazionali tier one e gareggiamo contro la seconda, la terza, la quarta migliore del mondo. E non è facile.”
Oltre al suo impiego con gli Azzurri, in scadenza alla fine della stagione, Goosen ha recentemente rinnovato il proprio contratto con il Benetton fino al 2022, insieme a tutto lo staff tecnico biancoverde.
“L’Italia ha anche dimostrato negli ultimi anni di essere al di sopra del resto delle squadre. Tutti parlavano della Georgia, che voleva il posto dell’Italia al Sei Nazioni – ha ricordato Goosen – ma quando li abbiamo affrontati due anni fa li abbiamo battuti in maniera convincente a Firenze.”
“Capisco le chiacchiere sull’argomento – ha poi ammesso, riferendosi alle polemiche sulla serie di sconfitte degli Azzurri nel Torneo, un tema che ritorna continuamente – Ma quando giochi in questa competizione realizzi quanto dura sia. Ho letto che gli Springboks potrebbero far parte in futuro del Sei Nazioni, e pure per loro sarebbe dura.”
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“Una cosa è giocare un solo test contro una squadra, o una serie. So di parlare da una prospettiva italiana, quindi per gli Springboks, visto quello che sono, potrebbero trovarlo più facile rispetto agli Azzurri, ma nonostante ciò giocare in Francia, quindi a Murrayfield, Twickenham, in Galles, settimana dopo settimana, è dura. Aggiungeteci poi la pressione di giocare per vincere il torneo…”
“Per l’Italia giocare il Sei Nazioni è una grande opportunità per continuare a far crescere il movimento, perché questo è ciò che stiamo provando a fare. Dobbiamo evolvere il gioco in Italia, farlo crescere e diventare competitivi nel Torneo.”
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