C’è bisogno di un grande videogioco di rugby, dice il candidato alla presidenza di World Rugby
Si può essere d’accordo o meno con le sue idee e con il suo programma, ma quello che va riconosciuto ad Agustin Pichot in questa campagna elettorale per la presidenza di World Rugby è la puntualità con cui compare nei giusti spazi e nei giusti momenti per rilanciare il proprio messaggio.
Se il focus principale rimane quello del global game, di un rugby che spinga per ampliare i propri confini al di là dei soliti volti noti, c’è un dettaglio del programma che continua a tornare a galla in maniera singolare: la necessità di avere un grande videogioco di rugby.
“Lo sport si è fermato – ha scritto Pichot sui suoi account social nei giorni scorsi – ma la NFL, il calcio, il basket e il tennis hanno tutti organizzato grandi tornei di e-sport, che aiutano a far crescere il movimento. Ci dobbiamo modernizzare.”
E’ stata solo la più recente dichiarazione in merito dell’argentino, che sostiene che un equivalente ovale di FIFA, o di un altro dei grandi franchise videoludici sportivi, ha il merito di attirare i giovani, di fare propaganda, di creare una nuova generazione di tifosi di cui il rugby ha bisogno oggi più che in ogni altra epoca.
Con tutto il rispetto per i titoli più recenti, tutti usciti per case produttrici minori, con un budget ridotto e risultati non eccezionali, se il rugby vuole essere al pari degli altri grandi sport mondiali, un prodotto di alto livello aiuterebbe.
“Il rugby è uno sport vecchio stile in termini di tecnologia – ha dichiarato nelle scorse settimane Pichot – Vedo i miei figli e realizzo l’importanza degli e-sports per le nuove generazioni. Tutti i principali mercati sportivi sono connessi con un gioco digitale, un mezzo potentissimo per attrarre un pubblico giovane. Penso a FIFA 2020, a NBA 2K20, NFL Madden.”
Nel suo programma, l’ex numero 9 dei Pumas ha lanciato l’idea di creare un dipartimento della federazione internazionale che si occupi di innovazione tecnologica. L’obiettivo principale sarebbe quello di lavorare a una maggiore sicurezza dello sport, ma attrarre giovani ragazzi e ragazze rimane comunque fra le priorità di World Rugby.
“Il rugby non ha un gioco decente da Jonah Lomu Rugby del 1995, quindi questa cosa potrebbe essere parte del compito per il dipartimento di innovazione tecnologica di World Rugby.”
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