“Una boccata di normalità”: il restart del Benetton Rugby raccontato da Federico Ruzza

L’avanti del Benetton ci racconta le sue impressioni di questa prima nuova giornata

Ph. Ettore Griffoni

Mentre ce la racconta sembra che questa giornata la stia rivivendo passo dopo passo nella sua testa, come qualcosa che difficilmente si scorderà. Federico Ruzza, insieme ai suoi compagni di squadra, è tornato dopo un lunghissimo periodo di stop ad allenarsi riassaporando l’aria di casa della Ghirada: la casa del Benetton Rugby.

Sembra persino emozionato, svuotato da una paradossale tensione del primo allenamento dopo questa lunga inattività. Le sue parole ci aiutano a capire cosa sia stata “la ripresa” del club veneto nella giornata di ieri.

L’adattamento
“E’ ancora una situazione molto contenuta, atipica: il lavoro di squadra – ci dice – ovviamente non è concesso e non sappiamo quando si potrà tornare a fare le cose in modo normale: già andare al campo, correre e rivedere la Ghirada, posso comunque dirvi che è stata una bella sensazione”.

La sessione
“Abbiamo lavorato su una scheda preparataci dallo staff. Finita quella, ognuno ha preso la sua roba ed è andato a casa: è una situazione d’allenamento ridotta, ma senz’altro oggi ho vissuto una giornata migliore di quelle affrontate nell’ultimo periodo”

“Le aree su cui ci siamo concentrati sono quelle riguardanti la mobilità, lo sblocco articolare, lo stretching e gli allunghi di corsa. Dobbiamo ritrovare il ritmo, cercare di mettere un po’ di carico sulle gambe: veniamo da un periodo dove non siamo riusciti ad allenarci come avremmo voluto. Non in tutte le case c’era la possibilità di adibire degli spazi per l’allenamento e poi il lavoro sulle distanze era pressoché impossibile”.

Lo spirito e il gruppo
“Oggi, da molto lontano (questo lo specifica in maniera decisa), ho visto dei miei compagni: la seduta si svolge in modo assolutamente individuale, non ci si può avvicinare. Le procedure sono chiare e lo staff presente sul posto è li per aiutarci e ricordarci tutti i protocolli. Palestre, spogliatoi e sale per la fisioterapia, così come tutti gli altri spazi chiusi, sono assolutamente inutilizzabili”

“Dobbiamo ritenerci fortunati: anche riprendere in questo modo l’attività è una cosa positiva. Le prossime settimane saranno importanti, non è il momento di allentare la tensione rispetto al momento generale che stiamo vivendo”

“Devo ammettere – dice scherzando – che la sessione di oggi pensavo fosse molto più leggera di quello che poi si è rivelata. E’ un ritorno graduale, anche per evitare di sovraccaricare troppo dei muscoli inattivi che potrebbero subire piccoli traumi o fastidi.
E’ stata una boccata di normalità, seppur con tutte le limitazioni del caso. Il fatto di uscire di casa per andare al campo, mi ha portato un po’ di serenità. Oggi ho apprezzato quel lavoro a secco, che di solito vedevo magari come una meno divertente routine”.

Di Michele Cassano

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