Census Johnston dice basta

Si ritira a 39 anni il pilone samoano: un gigante che ha vinto tanto, e che non va fatto arrabbiare!

Census Johnston

Census Johnston – AFP

Come spesso capita nel mondo del rugby, i mesi di maggio e giugno sono contraddistinti dagli addii di grandi protagonisti del recente passato che, per motivi vari, appendono le scarpe al chiodo e chiudono la loro parentesi rugbystica. Anche questo assurdo 2020 non fa eccezione, ed è notizia dell’ultim’ora il ritiro di uno dei giocatori più iconici (e combattivi) delle ultime stagioni: nel giorno del suo 39esimo compleanno, Census Johnston decide di salutare dopo 15 anni da professionista. Questo il suo tweet per annunciare l’addio al rugby:

Nato a Auckland il 6 maggio 1981, Johnston non ha mai rinnegato le origini samoane, anzi è stato negli anni un leader della formazione pacifica vestendone per ben 60 volte la maglia, oltre alle 3 presenze con i Pacific Islanders nelle tournée del 2006 e del 2008, ma è soprattutto in Francia che ha costruito la sua fama. Pilone estremamente ruvido, dal fisico semplicemente gigantesco (191 centimetri per 138 chili) Johnston si è fatto notare con la maglia di Taranaki nel 2006, quindi è stato ingaggiato da Biarritz con cui ha subito vinto il titolo francese. Dal 2006 al 2009 è stato sotto contratto coi Saracens, ma allo scadere della sua permanenza inglese ha scelto di tornare in Francia dove ha disputato le ultime 11 stagioni, otto delle quali passate a Tolosa dov’è diventato semplicemente un simbolo. Ha vestito la maglia rossonera dello Stade per 222 volte, vincendo nel 2011 e nel 2012 due Top 14 e nel 2010 l’Heineken Cup, e confermandosi uno dei piloni più forti al mondo nella sua permanenza all’Ernest Wallon. Chiusa l’esperienza tolosana, dal 2017 al 2019 si è trasferito nella capitale per indossare la divisa del Racing Metro 1892 (con cui ha sfiorato la Champions Cup, persa contro Leinster in finale), mentre in questa stagione “monca” era tornato nei Paesi Baschi: per lui non più Biarritz ma gli eterni rivali del Bayonne, con cui ha giocato 11 volte nell’ultimo Top 14.

Oltre ad essere un giocatore devastante dal punto di vista fisico e tecnico, era anche dotato di sorprendente velocità per le sue dimensioni. La cosa più importante era comunque quella di non farlo arrabbiare, come ha imparato l’altro gigante Bakkies Botha in questa memorabile sfida con il Tolone:

Le sue doti pugilistiche sono venute fuori anche in un match contro il Bordeaux:

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