Il governo mondiale fornisce un programma d’assistenza alle varie federazioni affinché coinvolgano sempre più coach di sesso femminile, ad ogni livello del gioco
Uno dei grandi vanti di Bill Beaumont, al termine del primo mandato alla guida di World Rugby, è rappresentato, per l’ex capitano dell’Inghilterra, dalla crescita senza precedenti del movimento femminile nel corso dell’ultimo quadriennio.
Sotto la presidenza del britannico, il numero di bambine, ragazze e donne che si sono addentrate, a più livelli, nel mondo del rugby è salito esponenzialmente (quasi 200 milioni, globalmente, secondo le stime – a dire il vero piuttosto ottimistiche, dello stesso Beaumont, nel corso della recente campagna elettorale), con il trend che appare costante e solido – nonostante l’attuale intoppo di percorso globale – con un interesse ovale sempre più diffuso nel pianeta femminile.
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Ad una crescita gargantuesca dei numeri delle appassionate, delle praticanti ed in misura minore anche delle direttrici di gara, tuttavia, non sta corrispondendo, almeno per ora, un aumento della presenza femminile in altri ruoli, di maggiore importanza, come quelli di dirigente ed allenatrice. Se alla mancanza di figure politiche in rosa nell’altissimo livello, strettamente legate al contesto del rugby, abbiamo provato a dare una spiegazione nelle scorse settimane – fiduciosi che, al cospetto di donne di qualità in quel settore, la situazione possa presto assumere contorni diversi -, appare decisamente più sorprendente la sproporzione – sia in termini qualitativi che quantitativi – di allenatrici attive, ai più svariati standard del gioco (in Italia, nessun head coach del girone di Serie A femminile, ad esempio, è di sesso femminile).
“Le donne rappresentano attualmente il 25% della ‘popolazione mondiale’ del rugby: dovrebbero essere rappresentate in tutte le aree del gioco, a livello globale. Comprendiamo che, al momento, ci sono livelli sproporzionati di donne nell’ambito del coaching. Ci impegniamo a portare dei cambiamenti in questo importante settore, lavorando fianco a fianco con le nostre federazioni per far sì che anche la figura dell’allenatore possa essere sempre più inclusiva, in ogni parte del mondo”, ha dichiarato Bill Beaumont.
World Rugby, così, ha deciso di lanciare un nuovo toolkit online – diretto ovviamente alle coach, in potenza e/o già in essere, ma anche e soprattutto ai CEO delle varie union, ai director of rugby ed ai dirigenti dei club – con il grande obiettivo di aiutare le federazioni di tutto il mondo a tracciare un percorso chiaro nel reclutamento, nella formazione e nello sviluppo delle figure rosa desiderose di intraprendere una carriera in un ambito così delicato.
Uno strumento in grado di fornire Indicazioni di un certo rilievo, basate su 4 aree (pianificazione, reclutamento, sviluppo e conservazione), applicabili anche per la definizione di una struttura di allenatori maschili, che, secondo le aspettative del governo ovale mondiale, permetterà ad un numero sempre maggiore di giovani allenatrici (e di loro mentori) di affrontare una sfida complessa, anche a livello socio-culturale, e di superare di slancio ostacoli di sorta, potendo contare su linee guida e consigli di grande qualità, basati su uno studio capillare della materia.
Clicca qui per il link al Toolkit.
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