Nella prima puntata del “The Eddie Jones coaching podcast”, l’ex CT azzurro ha sfiorato anche temi legati all’Italia
Terminata l’esperienza alla guida della nazionale italiana con le dimissioni del novembre 2019, a poche settimane di distanza dalla conclusione della Rugby World Cup 2019 – dopo tre anni e mezzo trascorsi in qualità di capo allenatore della selezione azzurra -, dallo scorso febbraio Conor O’Shea è il Director of Performance Rugby della federazione inglese, sostanzialmente il responsabile della gestione e della direzione strategica del mondo dei rugbisti professionisti oltremanica. Una posizione che porta l’ex estremo dell’Irlanda a lavorare a stretto contatto con Eddie Jones, capo allenatore della nazionale inglese.
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Una coppia che nelle ultime settimane ha iniziato un’avventura “radiofonica”, con il lancio del nuovo podcast “The Eddie Jones Coaching Podcast”, nel corso dei quale O’Shea e Jones duettano, discutendo dei loro metodi di lavoro, della gestione del rapporto con la rosa dei giocatori, di come motivare una squadra nell’intervallo durante una partita, o dopo una sconfitta.
Durante la prima puntata (qui il link), oltremodo ricca di spunti d’interesse (ca va sans dire), di indicazioni preziose legate ali concetti suddetti e di aneddoti sfiziosi, Conor O’Shea ha sfiorato anche alcuni temi legati al suo passato italiano, articolando l’importanza del saper prima interpretare e poi gestire il momentum di una partita.
“Ian McKinley diventerà un grande allenatore. Ero seduto con lui e ricordo che iniziò a parlarmi di tutta una serie di sport differenti l’uno dall’altro, come rugby, tennis, golf, dando importanza, in ognuno di essi, alla capacità di leggere uno specifico momento di una gara e l’inerzia di una situazione, adattando di conseguenza la propria attitudine mentale, anche svariate volte nel corso di un evento”, ha spiegato O’Shea, indicando nel mediano di apertura del Benetton Rugby un possibile allenatore di valore, prima di dare un rapido sguardo, in tal senso, anche agli anni alla guida degli azzurri.
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“In Italia ho avuto tre anni splendidi. Ma quando non sei abituato a vincere, una delle cose più difficili da gestire è quando il momentum di una gara va contro di te. Inizi a rincorrerlo in fretta e furia, cercando di rimetterti in carreggiata il prima possibile. E a volte non dovresti. Come nel golf, non puoi pensare di ribaltare la situazione mentale negativa facendo cose incredibili, ma dovresti ripartire dalle cose più semplici. Ma a volte non è così facile per la nostra mente gestire tale situazione”, ha argomentato O’Shea, spiegando come sia complesso tenere sotto controllo le emozioni e le pulsioni mentali, quando la pressione si alza esponenzialmente.
Matteo Viscardi
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