Du Toit, Marx ed altri elementi di rilievo potrebbero presto lasciare il paese
Nell’ambito del piano di contenimento dei costi da 6 milioni di euro (ricavati dalla cancellazione di alcuni eventi e dal taglio degli stipendi, nello specifico il 25% del monte salari complessivo, anche se con differenze sostanziosi nelle percentuale di riduzione, da individuo a individuo, con crescita direttamente proporzionale allo stipendio, fino al 47%) lanciato nelle scorse settimane e reso noto, con tutti i dettagli, nella giornata di giovedì, dalla federazione sudafricana, la SARU ha dato la possibilità, in una finestra temporale di 21 giorni – con scadenza il 14 maggio -, alle poco meno di 1400 persone che lavorano nel rugby sudafricano, di annullare con effetto immediato il proprio contratto in essere.
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Possibilità colta anche da diversi giocatori di primo piano delle franchigie di Super Rugby della Rainbow Nation, tra i quali spiccano i due Sprigboks Malcolm Marx (Lions) e Pieter Steph Du Toit (Stormers), giocatore dell’anno 2019. Se il tallonatore della nazionale campione del mondo, stando ai rumours provenienti dal Sudafrica lascerà con grande probabilità la terra natale per un’esperienza in Giappone, il destino del terza linea di Western Province appare un filo più intricato.
Uscire dal contratto, infatti, non implica necessariamente lasciare la propria squadra, bensì ci sarebbe anche la possibilità di firmarne uno nuovo, ritrattando di fatto gli accordi precedentemente pattuiti e modificando ovviamente i termini in essere.
Un’opzione che Gerrie Swart, l’agente di Du Toit, ha indicato in un’intervista al Daily Maverick – come quella attualmente preferibile per il suo assistito, anche se, l’ipotesi Montepllier, smentita dal club transalpino nelle scorse settimane, ma mai uscita del tutto dai radar del rugbymercato, si staglia all’orizzonte con contorni sempre più definiti, nel caso non dovesse arrivare nel giro di pochi giorni un nuovo accordo con gli Stormers, i quali, attraverso un comunicato ufficiale, hanno fatto sapere che cercheranno di trovare la quadratura contrattuale del cerchio con i giocatori che hanno attuato la scelta di Du Toit, con la volontà di trattenerli, se fosse possibile.
Il rugby sudafricano, che nelle scorsi mesi ha già visto partire elementi del calibro di Pollard, De Jager, De Allende e Kriel, tutti attratti nell’emisfero nord dalle sirene economiche di Top14, Premiership e torneo giapponese, rischia ora di perdere – a breve – un altro paio di pezzi grossi.
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