Il veterano spiega le sue ragioni rispetto alla mancata nomina. A essere scelto è stato Sam Cane
Sam Whitelock vuota il sacco. Dopo alcune settimane di silenzio, il giocatore degli All Blacks (115 caps per lui con la maglia della nazionale neozelandese, ndr) ha aperto il suo guscio emotivo per tornare sulla scelta che non l’ha visto diventare capitano della formazione tre volte campione del mondo nell’epoca post-Kieran Read.
Una scelta per certi versi inattesa in patria, che invece ha “premiato” Sam Cane: “Mi sarebbe piaciuto avere l’opportunità di essere capitano ma, allo stesso tempo, so che c’è molto da fare – afferma il seconda linea – e non c’è bisogno della fascia per aiutare le persone e fare la differenza.
Sam Cane avrà bisogno dell’aiuto e del supporto dell’ambiente, dove potrò sarò impaziente di aiutarlo . Non avere quel ruolo (da leader, ndr) mi può far concentrare meglio sul mio stile di gioco cercando poi, se ce ne fosse bisogno, di essere di sostegno”.
Sul rapporto con Foster
“Ringrazio Ian Foster che mi ha contattato qualche giorno prima dell’annuncio per comunicarmi la notizia: questo mi ha permesso di capire come essere utile a Cane e al nostro allenatore – continua – dove posso avere un impatto più importante all’interno del gruppo squadra”.
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Infine un pensiero sul ritorno agli allenamenti coi Crusaders, capitanati ora da Scott Barrett
“Scott negli ultimi tre anni è stato esemplare e ora sta guidando il gruppo bene: ci sono ragazzi fantastici in squadra che lo circondano. Mi conosco e so che vorrò aiutare il team quando si potrà fare. Ora però sono un po’ “tornato indietro”: sto osservando e ascoltando quello che sta succedendo qui. Devo assicurarmi di tenere a freno la mia dialettica, anche perchè non sarà come negli ultimi tre anni. E’ lo stesso processo che Kieran Read ha fatto con me: spero di essere utile a Scott quando ce ne sarà bisogno, ma dall’inizio dell’anno posso dire che è stato eccezionale”.
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