La Federazione detta le linee guida per una prima ripresa delle attività
Dopo alcuni giorni dalla pubblicazione dell’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Federugby ha pubblicato il suo protocollo relativo alla modalità di svolgimento degli allenamenti collettivi.
Un documento dettagliato che sarà in continuo aggiornamento (consultabile cliccando qui) e che contiene indicazioni relative alle misure di precauzione, all’utilizzo dei centri sportivi, degli ambienti chiusi e dei materiali, senza ovviamente dimenticare le pratiche sanitarie e quelle di igiene.
Il Gruppo Squadra
Tutti i componenti del Gruppo squadra – si legge – dovranno sottoscrivere un’autodichiarazione (reperibile sul sito FIR) che attesti la l’assenza di infezione e di rischi di contagio per gli altri componenti del team, per quanto di propria conoscenza.
E quindi ovvio che chi presenti una temperatura corporea superiore a 37,5 gradi (o mostri sintomi riconducibili alla malattia) dovrà comunicarlo alla società di riferimento non potendo di conseguenza accedere al centro sportivo.
Atleti
Vengono divisi in due gruppi: Atleti+ e Atleti- . I primi sono quelli che hanno contratto la malattia o hanno mostrato sintomi, e che si dovranno sottoporre a una nuova visita d’idoneità, mentre i secondi torneranno agli allenamenti senza dover ripetere la procedura.
Arbitri
Il protocollo è applicabile nella stessa forma anche per loro.
Staff Societario
Il processo è simile a quello degli atleti: anche qui persone+ e persone- . I primi dovranno sottoporsi a test sierologici e se fosse successivamente necessario al tampone.
GLI ALLENAMENTI
In ogni singolo centro sportivo è ovviamente necessario ridurre all’essenziale il personale facendo indossare a tutti la mascherina e andando a sanificare gli ambienti. Oltre a questo sarà necessario evitare assembramenti e disporre l’utilizzo di strumenti atti all’igiene personale.
Organizzazione delle sedute d’allenamento
La Federazione offre in vari punti le linee guida da seguire:
– Tracciare un registro d’accesso, con turni e orari, di tutti le persone che si sono allenate sul campo e dei soggetti terzi che si trovano nel centro sportivo
– Vietare l’uso di spogliatoi e docce dell’impianto
– Preferire l’attività all’aperto rispetto a quella al chiuso (palestre)
– Consentire eventualmente un accesso limitato ad ambienti chiusi garantendo il rispetto delle misure di igiene e distanza cercando di garantire anche la ventilazione laddove è possibile.
– Organizzare allenamenti scaglionati
– Definire una procedura qualora un’ operatore sportivo o persona terza manifesti sintomi evidenti che riconducano alla positività.
Gestione attività campo e palestra
Di seguito le specifiche valide, sino a quando le disposizioni governative non saranno diverse e consentiranno a tutti di tornare a quella che si sarebbe definita come un’attività “in normalità”:
– Sconsigliare di recarsi ad allenamenti con macchine comuni, a meno che non ci si sposti con un proprio convivente, evitando l’uso di minivan o pullmini dei club
– Allo stato attuale è vietata la condivisione di attrezzi sportivi da campo, incluso il passaggio del pallone, l’utilizzo di sacchi da placcaggio o scudi.
– È possibile l’utilizzo in forma individuale del pallone, che può essere riutilizzato da altro atleta solo previa accurata pulizia o igienizzazione
– In palestra gli attrezzi devono essere igienizzati al termine di ogni singolo utilizzo. Tale pratica va effettuata anche per gli esercizi di muscolazione effettuati all’aperto
– Non sputare o liberare il naso in terra
– Non effettuare fasciature o massaggi
– Le riunioni di squadra dovranno svolgersi in via telematica
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