L’ex tecnico azzurro racconta il piccolo, curioso retroscena che coinvolge Ugo Monye e un barbiere di Londra
Quando nel 2017 l’Italia di Conor O’Shea sfruttò un buco nel regolamento, successivamente coperto, per mettere in difficoltà l’Inghilterra di Eddie Jones in quel di Twickenham, con la strategia passata alla storia come fox, c’era un uomo tra le fila degli inglesi che era stato molto vicino a scoprire i piani dell’allora head coach azzurro.
Quel giocatore era Danny Care, e si stava facendo i capelli dallo stesso barbiere del suo ex compagno di squadra agli Harlequins Ugo Monye. Entrambi erano stati allenati da O’Shea ai tempi dei Quins, ma l’ala si era poi ritirata, diventando commentatore del Sei Nazioni per la TV inglese.
“Telefonai a Ugo il giorno prima della partita – ha raccontato O’Shea durante l’Eddie Jones Coaching Podcast da lui condotto – Sapevo che la gente non avrebbe capito subito la questione regolamentare, che non facevamo niente di illegale e che si trattava solo di una falla, così lo chiamai per avvertirlo di cosa avremmo fatto [in modo che potesse spiegarlo in diretta TV].”
Il fatto è che mentre accadeva tutto questo, Monye e Care si trovavano seduti uno accanto all’altro, rischiando così che il piano venisse svelato proprio a poche ore dalla sua attuazione.
“C’è voluto un sacco di coraggio per inventarsi una cosa del genere – ha replicato durante la trasmissione Jones – Ogni volta che qualcuno parte sfavorito e prova a fare qualcosa all’inizio di una partita per sorprendere tatticamente o psicologicamente l’avversario, significa che è ben allenato.”
“Fui molto felice di come i giocatori risposero. Tutti dicevano di continuare solo a fare pick’n’go, ma se ne fai uno dopo l’altro all’infinito, avrai solo palloni lenti. Fu una partita difficile da giocare e aggiunse davvero qualcosa a quel Sei Nazioni.”
Torneo che l’Inghilterra finì per vincere, perdendo solo l’ultimo incontro a Dublino contro l’Irlanda. In quella partita l’Italia rimase attaccata nel punteggio fino ai minuti conclusivi. Al 69′ il punteggio era ancora in bilico, 17-15 per i padroni di casa. La marcatura di Jack Nowell a dieci minuti dalla fine, però, chiuse i conti e gli Azzurri finirono per concedere 19 punti nelle fasi finali della partita, che si chiuse 36-15. Qualche mese dopo le regole della ruck furono aggiornate.
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